GUAI WEI WEI - L'ARTISTA CINESE CHIEDE GIUSTIZIA CONTRO UN REGISTA CHE A SUO PARERE HA SFRUTTATO IL SUO NOME. IL MUSEO DI SHANGHAI GLI CENSURA UN' OPERA E QUELLO DI OSLO LO CELEBRA IN UNA MOSTRA. E LUI, CHIUSO IN CASA, TWITTA E RITWITTA

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Giulia Donato per Whazzart


L'artista e dissidente cinese Ai Wei Wei accusa il regista Jason Wishnow di averlo ingannato quando ha permesso l'utilizzo del suo nome e della sua immagine nel suo corto indipendente di fantascienza The Sandstorm.

In una lettera al regista, Ai Wei Wei spiega di non aver mai approvato il modo in cui sono stati usati il suo nome e immagine per promuovere il film. The Sandstorm è un corto della durata di dieci minuti nel quale proprio l'artista è impegnato a recitare una parte.

Il corto è stato girato a Pechino in segreto e la storia è ambientata in un futuro prossimo ma non specificato, in cui Ai Weiwei è un contrabbandiere in un mondo senza acqua. Il direttore della fotografia è Christopher Doyle (premiato anche al festival di Cannes per In the mood for love di Wong Kar Wai). Il film è quasi finito ma per gli ultimi dettagli sugli effetti visivi, la musica e i sottotitoli, si stanno raccogliendo finanziamenti sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter.

Il film è stato descritto come un racconto distopico ambientato in una futura Cina. La lettera è stata inviata a nome di Ai il 23 aprile e oggi l'assistente dell'artista ne ha confermato l'autenticità.

Si legge che Ai Weiwei non ha autorizzato che la sua immagine e il suo nome fossero utilizzati per la promozione del film e ha accettato solo di interpretare un ruolo minore. Mentre ora il film è pubblicizzato come se lui fosse il protagonista della pellicola. "Ai Weiwei ritiene che ad essere ingannato non è solo lui ma anche chi decide di finanziare il progetto" specifica la missiva, in cui si chiede inoltre di cancellare e rimuovere la presentazione del progetto cinematografico da Kickstarter.com.

E mentre a Pechino Ai è in lotta con il regista, a Shanghai il museo cinese di arte contemporanea rimuove una sua opera. È stato lo stesso Ai Weiwei a divulgare la notizia su twitter. Il più importante museo d'arte contemporanea della capitale cinese, Shanghai museum of contemporary art, sta rimuovendo una delle opere dell'artista esposte nel museo e sta cancellando il nome dalla lista degli artisti.

Insieme al messaggio, l'artista ha pubblicato anche una foto nella quale si vede un inserviente che cancella con un phon il nome impresso nell'elenco degli artisti le cui opere sono esposte nel museo. Queste le ultime polemiche che circondano Ai, la cui fama internazionale è aumentata vertiginosamente negli ultimi anni.

Scultore, designer e documentarista, Ai Weiwei ha cercato di usare la sua arte e il suo sito online per attirare l'attenzione sulle ingiustizie commesse in Cina dal governo e sulla necessità di una maggiore trasparenza e di uno stato di diritto. Ha così infastidito Pechino, che gli è stato vietato di lasciare la Cina ed è stato recluso segretamente per 81 giorni, per ragioni mai del tutto specificate. Si è battuto nei tribunali cinesi ma senza successo. Attualmente l'artista è impegnato nella mostra Take Liberty! al Museum of Contemporary Art di Oslo.

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