alcaraz ferrero

QUAL E' LA RAGIONE DELLA ROTTURA TRA ALCARAZ E LO STORICO COACH FERRERO? LO SPIEGA “EL PAIS”: “LA CIFRA MILITARE E IL METODO RIGIDO DELL’ALLENATORE SONO STATI INDISPENSABILI PER LA CONFIGURAZIONE DI UN TALENTO CHE AVEVA BISOGNO DI ORDINE E DISCIPLINA, MA ORA SONO ENTRATI IN CONFLITTO CON LA CONCEZIONE PIÙ GIOCOSA DI ALCARAZ: IL SUCCESSO, SÌ, MA NON A QUALSIASI PREZZO. LA FELICITÀ È SOPRA” – NELLA DOCUSERIE SU “NETFLIX” FERRERO GLI RICORDAVA CHE UN GIOCATORE DI TENNIS LO È 24 ORE AL GIORNO E 365 GIORNI ALL’ANNO: “ESSERE IL MIGLIORE RICHIEDE DI ESSERE ‘SCHIAVO’”. E POI RIVELAVA: “LA COMPRENSIONE DI ALCARAZ DEL LAVORO E DEL SACRIFICIO È DIVERSA DA QUELLA DEL TEAM” - VIDEO

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Da ilnapolista.it

 

El Paìs in un articolo molto interessante analizza le cause che hanno portato alla clamorosa rottura tra Alcaraz e Ferrero.

 

Anche se il diminutivo lo accompagna ancora, Alcaraz è sempre meno Carlitos – un soprannome affettuoso che apprezza ancora – e sempre più Carlos. Cioè, sta diventando grande.

ALCARAZ FERRERO

 

Scrive così El Paìs a proposito della rottura del sodalizio tra Carlos Alcaraz e il coach di una vita (sette anni) e di tanti successi Juan Carlos Ferrero.

 

Prosegue El Paìs:

La docuserie presentata in anteprima da Netflix lo scorso aprile (prodotta da Morena Films) offre diversi indizi (alcuni molto espliciti) sull’evoluzione del rapporto tra il prodigio e il suo già ex tecnico. Indipendentemente dall’età, da quei 23 anni di divario generazionale, Alcaraz e Ferrero rappresentano due modi antagonisti di concepire gli obblighi dello sport agonistico ad alti livelli. La cifra militare e il metodo rigido dell’allenatore sono stati indispensabili per la configurazione di un talento che aveva bisogno di ordine e disciplina per decifrare i codici pericolosi dell’ambiente professionale, ma sono anche entrati in conflitto con la concezione più giocosa di Alcaraz: il successo, sì, ma non a qualsiasi prezzo. La felicità è sopra.

ferrero alcaraz

 

 

Avendo acquisito esperienza ed essendo stato intriso di quell’ideologia rigorosa (ripetitiva, meccanica, noiosa) che uno sport sacrificato come il tennis richiede, Alcaraz si è convinto che dovrebbe essere lui a guidare il suo destino. Dovrebbe essere lui a prendere decisioni. Un giovane con personalità, impetuoso, che a volte doveva essere “rallentato” per evitare sconvolgimenti fisici, non aveva mai paura di deragliare se lo faceva seguendo i propri criteri, quindi in più di un’occasione le sue mosse non piacevano a Ferrero. Il coach non ha mai apprezzato le feste di Ibiza per “disconnettersi”, ha disapprovato anche la fuga sul circuito di Monza dopo aver perso nel secondo turno degli US Open nel 2024.

 

ferrero alcaraz

“Un giocatore di tennis lo è 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno. Ricordalo” gli ripeteva Ferrero, che in tutta la docuserie lancia un doppio avvertimento: essere il migliore richiede di essere “schiavo” così come “la comprensione di Alcaraz del lavoro e del sacrificio” è “diversa dalla nostra [del team].”

 

 

Ricorda El Paìs che dall’entourage di Alcaraz avevano detto: “la relazione prima o poi potrebbe rompersi”. E infatti…

CARLOS ALCARAZ A CASA DEI GENITORI A MURCIAcarlos alcarazsinner alcaraz