DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Stefano Cantalupi per “gazzetta.it”
"Sono delle spugne", aveva detto Conte alla vigilia di Italia-Spagna, parlando dei suoi azzurri. Nessun riferimento etilico, bensì un plauso alla velocità di apprendimento di questi ragazzi.
E il campo ha confermato le parole del c.t.: nonostante i quattro mesi di astinenza dalla Nazionale, il 3-4-3 è stato assimilato dopo pochi giorni di prove, sorprendendo tutti (e soprattutto gli spagnoli). A Udine, Conte ha avuto le risposte che cercava. Perfino troppe: in vista di Euro 2016 c'è l'imbarazzo della scelta, visto il numero di giocatori che hanno superato il test.
LA NOTA STONATA — Partiamo subito dall'unico neo: la prestazione di Eder. L'attaccante dell'Inter era pressoché certo di andare in Francia in estate, ora c'è qualche dubbio in più. Le qualità non si discutono, il suo contributo alla qualificazione nemmeno (preziosissimi i gol in Bulgaria e Azarbaigian), semmai a preoccupare è il calo di forma che l'italo-brasiliano ha accusato dopo il passaggio in nerazzurro.
Niente gol, fiducia in discesa, una buona occasione sprecata anche al Friuli, a tu-per-tu con De Gea. Il suo problema più grande si chiama Insigne: impietoso il cambio di marcia azzurro quando il napoletano lo ha sostituito. E se Pellè si è confermato prezioso centro-boa là davanti, Zaza non ha perso tempo quando è stato utilizzato, come del resto un frizzante Bernardeschi.
LA PAROLA ALLA DIFESA — Buone notizie dal reparto arretrato, dove l'Italia ha sofferto poco o nulla prima Mata e Aduriz, poi Silva e nel finale Alcacer, concedendo qualche sprazzo di classe solo a un motivatissimo Morata. Astori se l'è cavata meglio in marcatura che in impostazione, Darmian ha dimostrato di poter coprire vari ruoli, tra cui quello di centrale di scorta in una difesa a 3.
LÌ NEL MEZZO — Le apprensioni maggiori erano legate alla linea dei quattro centrocampisti, invece è andata benone. I riflettori erano puntati soprattutto su Thiago Motta e Giaccherini: esame positivo per entrambi. Thiago è sempre lui, sai cosa ti dà e cosa ti toglie: aggiunge ordine tattico, pecca in dinamicità. Giaccherini ha fatto molto bene la fase difensiva e si è proposto al tiro, oltre che in versione assist-man: era già un pupillo di Conte, avrà guadagnato altri punti.
A questo punto, la sfida con la Germania diventa importantissima per chi è rimasto fuori. Se utilizzati, De Silvestri, Ranocchia, Acerbi, Rugani, Jorginho (solo uno scampolo di gara per esordire), Montolivo, Bonaventura e Okaka dovranno impressionare il commissario tecnico. Più rilassata, apparentemente, la situazione di Soriano ed El Shaarawy, rimasti in panchina a Udine a godersi lo spettacolo di un'Italia più viva che mai.
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