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Fabio Monti per il "Corriere della Sera"
All'improvviso Javier Zanetti, 40 anni il 10 agosto, si è accorto di dover fare i conti con il tempo che passa e che non fa sconti a nessuno. A fermarlo è stata la rottura del tendine d'Achille della gamba sinistra (infortunio simile a quello di Kobe Bryant), come si è capito dall'ecografia fatta nella notte a Pavia, al rientro da Catania. Per lui si configurano l'intervento chirurgico e un lunghissimo stop, da sette a nove mesi. E chissà se Zanetti avrà la forza per ripartire.
Dopo 14' di Palermo-Inter, alla millesima corsa della sua carriera verso il fondo del campo, ha sentito il tendine d'Achille della gamba sinistra cedergli improvvisamente, prima ancora che Aronica intervenisse per un accenno di contrasto. Il capitano, alla sua partita ufficiale n. 1101 (solo tre giocatori al mondo hanno giocato più di lui, Shilton 1.390; Roberto Carlos 1.127; Ray Clemence 1.118), ha chiesto subito il cambio, urlando per il dolore (anche nello spogliatoio); è uscito in barella fra gli applausi e chissà se ha avuto tempo per ricordarsi che quello di Palermo per lui è uno stadio stregato: il 19 settembre 2010, per una pallonata, aveva accusato un pneumotorace, con un mese di stop.
Prima di infilarsi sul pullman della squadra (è uscito dallo spogliatoio con le stampelle, ma senza bisogno di essere sostenuto), ha raccontato: «Ad un certo punto ho sentito tirare, e ho provato un dolore fortissimo. Ho avuto molta paura. à una brutta botta, ma supererò anche questa».
L'infortunio, nel giorno della tredicesima sconfitta in campionato nell'Inter, ha sconvolto un gruppo, per il quale Zanetti, all'Inter dal 1995, rappresentava una delle poche certezze, e non soltanto per la sua storia di uomo inossidabile, che riusciva sempre a correre un po' più degli altri, quasi che per lui il tempo si fosse fermato. Invece, all'improvviso, ha scoperto la fragilità .
All'uscita da Pavia, Zanetti è riuscito in qualche modo a sorridere: «Alla mia età , si vede che avevo bisogno di cambiare gomme. La mia carriera di certo non finisce qui». Zanetti vuol tornare e questo spirito ha animato le parole, apparse sul sito nerazzurro: «Siamo tutti con lui, esattamente come lui è sempre stato con noi. Javier Zanetti, gli stessi anni all'Inter del presidente Moratti, un predestinato ad essere il Capitano, record su record di presenze, un simbolo, un'icona. Un uomo, adesso, temprato da tutto, dalle Coppe che ha alzato e anche dai giorni bui in cui non si è mai tirato indietro.
Siamo tutti con lui. Il presidente Moratti, la dirigenza, lo staff tecnico e medico, i compagni, chi gli prepara un caffè e chi non ha mai avuto la fortuna di stringergli la mano, e sono milioni nel mondo, i nostri tifosi. Perché stringere la mano a Zanetti è una fortuna; vuol dire conoscere un uomo forte, saldo, fedele. In bocca al lupo». Ma stavolta è dura.
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