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Alessandra Mammì - Colloquio con Massimo Di Carlo- per Dago-art
Tra un' Iva italiana al 22% e un' Iva francese al 5% c'è di mezzo solo il Monte Bianco con il suo mazzolin di Alpi. Un salto oltre frontiera e quel Boetti, o quel Paladino il collezionista accorto se lo può comprare con governativo sconto. Perchè l'ultima finanziaria di Parigi ha stabilito per la compravendita di opere un'agevolazione fiscale che taglia di metà l'imposta di valore aggiunto. Beati loro ( cugini d'oltralpe) che vivono in un Paese dove lo Stato ha capito che la cultura è ricchezza spirituale ma anche business. Quindi taglio netto e subito ( dal 10 al 5% ) e sguardo al mercato dell'arte, alle fiere, alla guerra con Londra per la leadership del contemporaneo in Europa.
Qui lo sguardo manca. E anche le orecchie. Da anni i galleristi reclamano un po' di buon senso e di attenzione. Ma governo dopo governo nulla è accaduto: Massimo di Carlo da Verona, direttore della galleria Lo Scudo, figlio d'arte (bisnonna antiquaria, padre come lui gallerista), decano e per 12 anni presidente dell'Associazione Galleristi Italiani si è inutilmente sgolato tra riunioni e incontri al vertice, appuntamenti nelle stanze di Ministero, convegni, dibattiti e relazioni. Ma gli resta ancora un filo di voce resta per commentare l'ultimo disastro.
opere di Anselmo nella galleria parigina di Marian Goodman
Signor Di Carlo quanto è serio il danno di trovarci alla frontiera un mercato che sbandiera l'Iva al 5% mentre noi siamo ancora al 22%?
«Ha detto bene: “ancora”. Tra poco salirà al 25%»
Non scherzi.
Io non scherzo, è inevitabile.L'arte è un bene di lusso e l'Iva è l'unica vera entrata che ha il Ministero delle Finanze. Quindi anche se tra le più altre in Europa, crescerà ancora. Peggio di noi solo i Danesi che hanno un Iva al 30%.
E' verosimile quindi che convenga farsi un viaggetto a Parigi per comprare un 'opera italiana?
Mostra di Burri alla galleria Lo scudo
E perchè mai dovrebbe fare questa fatica? Se lei vede un quadro di un'artista italiano e decide che le interessa è sufficiente controllare il listino di una galleria che lo rappresenta in terra di Francia e cercare un'opera analoga per dimensioni e datazione. I listini fissano il prezzo di un artista e quindi al netto non può esserci una grande differenza. Certo, ogni opera è unica lo sappiamo, ma se vogliamo ragionare in termini economici è sufficiente farsi mandare dalla galleria un WeTransfer con le immagini; pagare con bonifico o addirittura con carta di credito sul sito della galleria, e ricevere per DHL il pacco nel giro di 48 ore. Tutto dal salotto di casa.
Ma è concorrenza sleale!
No.Purtroppo è lealissima. Siamo in Europa. Libera circolazione delle merci e autodeterminazione dei popoli in materia di Beni culturali. E' concorrenza schiacciante, ma non sleale.
Va bene. Ma voi italici galleristi non reagite?
Siamo sempre stati pochi e ora siamo davvero pochissimi. In termini di consenso elettorale non valiamo niente. E poi.... se vado dal Ministro Padoan a esporre le mie rimostranze, so già cosa dirà. «Con il debito pubblico che abbiamo, la catastrofe intorno ,vuole che mi preoccupi di un bene così voluttuario?» L'arte parla allo spirito e non allo stomaco. E in questo paese ci si occupa solo di cibo ormai. Tutti i convegni, le relazioni, le proposte di legge che abbiamo fatto si sono sciolte come neve al sole. E' defadigante.
intervento di Massimo Di Carlo
Eppure abbiamo la Biennale, la moda che investe in arte , il salone del mobile... insomma il contemporaneo è anche una bandiera del paese, la ragione di questa indifferenza secondo lei da dove arriva?
L'arte contemporanea è vissuta come una roba da ricchi. E poi nella mente del politico passa il ragionamento che siamo pieni di opere del passato che ci ingombrano e preoccupano e non si vede perché dobbiamo occuparci di aggiungere altre opere e altre preoccupazioni.
Se nel Cinquecento il papato avesse ragionato così non avremmo la Sistina
Sì. Ma questo è un paese in cui anche i musei pagano il 22 per cento d'Iva quando comperano un'opera: la Galleria Nazionale ripeto N.A.Z.I.O.N.A.L.E qualche tempo fa acquistò un Manzoni importante...neanche una lira di sconto! Ci sono più agevolazioni per le ristrutturazioni prima casa che per un museo di Stato che arricchisce le sue collezioni.
Vede nero?
Incontro con i galleristi Massimo Minini e Massimo Di Carlo a Verina
Non ho illusioni. Il mio settore è in crisi profonda. I mega collezionisti comprano all'estero o in asta dove l'Iva è applicata solo al diritto d'asta.Il collezionismo medio di tradizione borghese è spazzato via dalla crisi. Ora nessuno compera, piuttosto tutti cercano di vendere. Il momento è tragico.
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