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Mirco Melloni per “la Stampa”
Il regalo natalizio e per il 31° compleanno, che sarà il 30 dicembre, LeBron James lo ha già scartato: la stella dei Cleveland Cavs ha rinnovato la partnership con Nike per una cifra vicina ai 500 milioni di dollari, un record per l' azienda. Ma per una volta la cifra che conta è quella mancante: l' anno di scadenza. Il matrimonio tra James e il colosso dell' abbigliamento sportivo, infatti, è un legame per la vita.
A Rio per il terzo oro Il 2016 delle prime volte - con il sogno di diventare il primo uomo a vincere tre ori olimpici nel basket, e con l' obiettivo di regalare a Cleveland il primo titolo - è già iniziato. In 44 anni di attività, la Nike non aveva mai siglato un «lifetime deal», un accordo a vita, con un suo testimonial.
LeBron ha abbattuto la barriera, con un accordo supervisionato da Paul Wachter, celebre per aver traghettato la vendita di Beats by Dre (casse e cuffie musicali) per tre miliardi di dollari alla Apple. Nemmeno Michael Jordan, che fece decollare l' azienda di Phil Knight negli Anni '80 e '90 creando anche il proprio marchio, aveva firmato un accordo a vita, anche se il suo legame con la Nike è indistruttibile: nel 2015, il 52enne MJ guadagnerà 100 milioni con le royalties.
L' inseguimento di James a Jordan è anche qui, non soltanto sul campo, dove LeBron ha iniziato con il numero 23, prima di abbandonarlo per il 6 («Nessuno è degno di indossare il numero di Jordan» disse), per poi fare retromarcia. James non ha vinto sei titoli come MJ (è fermo a due) non ha la riconoscibilità planetaria di Jordan e Kobe Bryant, eppure esistono 13 modelli di Nike con la sigla di LeBron. Soltanto Jordan, in 31 anni di partnership, lo precede con 30 modelli.
Testimonial ideale
I numeri dicono che LeBron è il testimonial ideale del presente Nba, anni luce davanti a Steph Curry e James Harden, fresco di accordo con Adidas per 200 milioni in 13 anni. James ha superato gli effetti dell' autogol mediatico del 2010, quando annunciò il passaggio da Cleveland a Miami con il celebre «porterò i miei talenti a South Beach».
Ma il 2012, con il primo titolo Nba e l' oro a Londra, gli valse la redenzione che favorì la stessa Nike, che in attesa di inserire il baffo sulle divise Nba (dal 2017) oggi copre il 95% del mercato Usa delle scarpe da basket.
Anche se poi il 2015 si chiuderà con un fatturato estero superiore a quello interno. Il nuovo accordo con James dovrà guidare l' azienda dell' Oregon ad introiti annuali da 50 miliardi (oggi sono 35). Il tutto, mentre James costruisce il proprio impero, con investimenti oltreoceano (è diventato azionista del Liverpool) e trasversali, come dicono i 16 milioni di dollari incassati dalla Warner Bros per la piattaforma multimediale Uninterrupted. Una multinazionale nel corpo di un atleta spaziale .
LEBRON JAMES 9
KOBE BRYANT
HARDEN
CURRY
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