aurelio de laurentiis

"NON SI PUÒ ROMPERE I COGLIONI AGLI ITALIANI CON TELEGIORNALI PIENI DI CATTIVE NOTIZIE. QUANDO LI GUARDO, MI TOCCO LE PALLE" - LA "LEZIONE" DI GIORNALISMO DI AURELIO DE LAURENTIIS, CHE VORREBBE UN TELEGIORNALE DEL BUON UMORE IN CUI LE TRAGEDIE VENGONO NASCOSTE - DURANTE UN'INTERVISTA A "RETE 8", IL PRESIDENTE DEL NAPOLI SBROCCA: "LE TV STANTIE PARLANO SOLO DELLE COSE CHE NON FUNZIONANO" (SAI COM'È: "'E NOTIZIE SO’ ROTTURE ‘E CAZZ!") - FRANCESCO MERLO: "L’ERRORE È ATTRIBUIRE QUESTA PITTORESCA FILOSOFIA MORALE ALLO STEREOTIPO DELLA NAPOLI DEI LAZZARI. LA SCENETTA LA UMILIA. I PADRINI DEL CALCIO SONO UN’ANTROPOLOGIA ITALIANA" - LA CONDANNA DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI D'ABRUZZO - VIDEO!

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ODG ABRUZZO CONTRO DE LAURENTIIS, 'BULLISMO AI GIORNALISTI' 

AURELIO DE LAURENTIIS

(ANSA) - L'AQUILA, 05 GIU - L'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo condanna le parole del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, durante un'intervista a Rete 8, a margine della presentazione dei ritiri della squadra a Dimaro (Trento) e Castel di Sangro (L'Aquila).

 

Nel corso dell'intervista, De Laurentiis ha chiesto al giornalista Daniele Cristofani la sua età e, proseguendo, ha esclamato: "Perché lei, a 25 anni, appartiene a quei rompi... di televisioni stantie, vecchie che parlano solo delle cose che non funzionano, invece di raccontare ciò che in Italia può funzionare?" Poi, ha aggiunto: "Quando la sera ceno e vedo un telegiornale della disgrazia, io mi tocco le p...! Non si può rompere i c... agli italiani con telegiornali pieni di cattive notizie". Parole accompagnate da un gesto apotropaico.

AURELIO DE LAURENTIIS E ANTONIO CONTE FESTEGGIANO LO SCUDETTO DEL NAPOLI

 

Marina Marinucci, presidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo, ha espresso il suo disappunto in una nota: "Toccarsi i genitali - ha scritto - è un comportamento che si allinea ad altri gesti tipici di certe figure del calcio, come il presidente De Laurentiis. A suo dire, ogni volta che guarda un telegiornale, ricorre al gesto più teatrale contro la 'sfiga'. E chi altri porterebbe più sfortuna se non i giornalisti, secondo la visione del presidente del Napoli?" Marinucci ha continuato: "Il collega apostrofato come portatore di sfiga, ha risposto con una sola battuta che ha messo a sedere il presidente, costringendolo a ripetersi, evidenziando la sua scarsa inventiva".

 

Rivolgendosi direttamente a De Laurentiis, la presidente ha aggiunto: "Altri grandi del calcio hanno adottato metodi più interessanti, meno volgari, sotto il profilo antropologico. C'è chi ha un mago personale, chi porta calzini 'portafortuna' o mette una bottiglietta amuleto sulla panchina. Insomma, quando guarda il telegiornale, forse sarebbe meglio evitarlo a pranzo o cena. Non è colpa dei giornalisti, ma dei fatti che accadono nel mondo". Anche il Sindacato Giornalisti Abruzzesi ha espresso un giudizio di critica: "Non c'è niente da ridere - si legge - di fronte a un atto di bullismo dialettico rivolto a un operatore dell'informazione. Respingiamo con forza le parole del presidente".

ANTONIO CONTE - AURELIO DE LAURENTIIS

 

DE LAURENTIIS, IL NAPOLI COME SCUDO SOLDI ARABI SCIOCCHI, NON IMMORALI

Posta e risposta di Francesco Merlo - "La Repubblica"

 

Caro Francesco, dai un’occhiata al video che ti allego, dove l’inviato dell "Centro" e di "Rete 8", Daniele Cristofani, è stato “redarguito” dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con una lezione di giornalismo e di vita, espressa con il turpiloquio e impreziosita da toccamenti. Secondo te, lo scudetto gli ha dato alla testa?

 

 

Risposta di Francesco Merlo:

 

aurelio de laurentiis

Ho visto il video e lo trascrivo. Senza aver subito alcuna provocazione, il presidente del Napoli De Laurentiis, con accanto il compiacente ma imbarazzato presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, chiede al cronista: “Posso farle io una domanda? Quanti anni ha lei?”. Risposta: “25”. E parte la lectio magistralis: “Lei, a 25 anni, perché appartiene a quei rompicoglioni di televisioni stantie e vecchie che devono sempre parlare delle cose che non funzionano, invece di quelle cose che in Italia possono funzionare?

 

Se l’Italia va male è anche per colpa vostra. Io quando la sera ceno e vedo un ‘Telegiornale della disgrazia’, io mi tocco le palle. Ma non si può rompere i coglioni agli italiani facendo dei telegiornali pieni di cattive notizie. Voi dovete essere quelli ottimisti. Se non lo siete voi che siete giovani, ma chi cazzo lo deve essere?”.

 

Il bravissimo Daniele Cristofani, cronista lucido e gentile, replica: “Noi portiamo notizie, ecco. Che siano buone o cattive, quello dipende da cosa succede”. E De Laurentiis: “Eh no, facendo così, voi portate sfiga, e uno si tocca i coglioni”; e, prima di andarsene, si tocca. Che dire? Non è abbastanza per indignarsi.

 

francesco merlo

L’errore da evitare è attribuire questa pittoresca filosofia morale allo stereotipo della Napoli dei lazzari, ricchi ma poveracci, e al rione Sanità, e al don Antonio di Eduardo che “rendeva il mondo meno rotondo e più quadrato” e che ha ispirato il don Vito Corleone di Coppola. È vero il contrario: la scenetta umilia e tradisce tutta Napoli. I padrini del calcio — macchiette&potere — sono infatti un’antropologia italiana. E qui la nobiltà di Napoli e la bella avventura del suo scudetto sono indossati come una corazza che protegge il cafonal nazionale.

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