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Luca Beatrice per “Libero quotidiano”
Anche nell'ultimo weekend un foltissimo pubblico di parigini e turisti ha preso d'assalto le sale della Fondation Louis Vuitton dove è stata prorogata fino al 7 aprile quella che per molti è già la mostra dell'anno: la collezione dei fratelli Morozov, considerata la più importante al mondo di dipinti moderni e impressionisti.
Oltre all'appagamento di vedere per la prima volta "live" capolavori di Bonnard, Cézanne, Gauguin, Van Gogh, Monet, Picasso che raramente lasciano i loro musei di provenienza, c'è la curiosità di capire se qualcosa è cambiato nel rapporto tra le opere e il pubblico da quando è cominciato il conflitto tra Russia e Ucraina.
In Francia si respira intanto un clima molto diverso rispetto all'Italia, il covid sembra davvero archiviato se non per l'obbligo di mascherina sui mezzi pubblici e i sempre più rari controlli del green pass. Tanta gente è tornata a vedere le mostre, si formano code davanti ai cinema, insomma chi è abituato a respirare cultura ha avuto fretta di riprendere le proprie abitudini, certo i francesi non sono terrorizzati da ministri pavidi di natura come dalle nostre parti.
A nessuno comunque sono venute in mente azioni di boicottaggio contro i due fratelli Mikhail e Ivan Morozov, imprenditori del tessile, che in soli vent' anni riuscirono a comprare circa 300 capolavori di arte francese, superando la fase iniziale di un gusto autarchico grazie ai continui viaggi a Parigi dove capirono in fretta quali fossero i veri valori della pittura. Unica collezione russa a rivaleggiare per importanza con l'America, i Morozov acquisirono tutte le opere prima della rivoluzione bolscevica, che fedele ai propri principi scellerati le disperse in ogni dove.
Ai fini di recuperarne il gusto originale, l'allestimento ricostruisce alcuni ambienti voluti dai collezionisti agli inizi del '900. I controlli all'ingresso della Fondation Vuitton sono degni di quelli di un aeroporto - il patron Bernard Arnault e il suo competitor/rivale a colpi di miliardi François Pinault che espone la propria collezione alla Bourse amano molto i bodyguard vestiti di nero, palestrati e con sguardo truce - la sensazione è che sia stata intensificata la vigilanza accanto alle opere e ai tornelli, però si tratta di misure dissuasive perché nessuno degli oltre 1 milione di visitatori è arrivato al museo disegnato da Frank Gehry con cattive intenzioni.
C'è da chiedersi però cosa accadrà dopo la scadenza della proroga: i dipinti devono tornare all'Hermitage di San Pietroburgo, al Pouchkine e al Tretiakov di Mosca, con la certezza di viaggiare senza rischi, cosa che al momento nessuno si sente di garantire. Secondo una legge, lo stato francese non può sequestrare opere di competenza di istituzioni pubbliche straniere. Piuttosto meglio aspettare e conservarle in sicurezza fintantoché (e se) la situazione si sarà normalizzata.
Certo, a rileggere i comunicati che accompagnarono a novembre il lancio della mostra, sembra di vivere in un altro mondo. «Una mossa che dà lustro alla Russia e alla Francia. I rispettivi presidenti si sono espressi nel catalogo dell'esposizione, cementando l'amicizia culturale tra i due Paesi. Si tratta di un appuntamento storico, di grande valore culturale e di grande peso politico», dichiaravano ignari di ciò che sarebbe accaduto. Ciò nonostante, nessuno tocchi la collezione Morozov e chi non l'avesse vista vada a Parigi perché davanti a certi quadri c'è da perdere la testa.
RENOIR COLLEZIONE MOROZOVLA COLLEZIONE MOROZOVLUCA BEATRICELA COLLEZIONE MOROZOV 17
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