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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
'STA PREMIER PRIMA ILLUDE E POI DELUDE – LUKAKU VUOLE LASCIARE IL CHELSEA E TORNARE ALL’INTER: NON SI È MAI ADATTATO AL GIOCO DI TUCHEL E AI RITMI DELLA PREMIER LEAUGUE E SI E' PENTITO DELLA SCELTA DI LASCIARE MILANO (DOVE VENIVA TRATTATO DA RE) – MA L’INTER COSA NE PENSA? PESANO I COSTI DI UN’EVENTUALE TRATTATIVA E IL RAPPORTO CON L’AMBIENTE: LA CURVA NORD NON HA PERDONATO IL SUO “AMMUTINAMENTO”
1. LUKAKU IN CRISI E IN FUGA
Andrea Sereni per il "Corriere della Sera"
Triste, lontano, escluso. Quel sorriso feroce non c'è più: Romelu Lukaku è in crisi, è diventato un problema per il Chelsea. Tanto che martedì, nella partita (almeno per ora) più importante dell'anno, l'andata degli ottavi di Champions League contro il Lille, è rimasto in panchina novanta minuti filati. Un segnale forte. Il tecnico Tuchel ha fatto quattro sostituzioni, è entrato anche il giovane difensore Sarr. Ma non Romelu, l'attaccante da 115 milioni di euro, a bordo campo con felpa, tuta e cappellino nero, a guardare i suoi compagni vincere con un agile 2-0.
«L'ho voluto proteggere», ha spiegato l'allenatore, «era stanco e aveva tutti gli occhi addosso dopo l'ultima partita». Sì, perché sabato contro il Crystal Palace Lukaku ha stabilito un record negativo: solo sette palloni toccati (uno era il calcio d'inizio), così pochi nessuno dal 2003, da quando sono rilevate queste statistiche in Premier League.
Un dato che fa riflettere, soprattutto conoscendo l'attitudine del belga, bravo a far girare la squadra attorno a sé. Una prestazione al contrario che lo ha rimesso spalle al muro. «C'è poco da ridere o prendere in giro», risponde Tuchel a critiche e sfottò rivolti al suo centravanti. I cui numeri sono però specchio di difficoltà legate anche al sistema di gioco del tecnico tedesco, che non è riuscito a inserirlo e evidentemente non sa più come aiutarlo.
Infortuni, il Covid a dicembre, fiducia in calo, fatto sta che in campionato Romelu ha segnato cinque gol in 17 partite (l'ultimo a fine dicembre), in Europa due sui 15 totali del Chelsea. Troppo poco. La verità è che Lukaku al Chelsea non è felice. Non si sente valorizzato, non è riuscito a inserirsi. Quando in estate è tornato a Londra l'idea era di cancellare dalla sua testa la prima esperienza in maglia blues. Non ce l'ha fatta, e ora vuole andarsene. Ha capito di aver sbagliato, spinto dall'orgoglio ferito e ingolosito da un ingaggio da oltre 12 milioni netti a stagione.
Gli piacerebbe tornare all'Inter, a Milano, dove era re. Per questo a fine dicembre ha provato a smuovere le acque nella famosa intervista a Sky in cui chiedeva scusa ai tifosi nerazzurri per le modalità dell'addio. Sarebbe scappato anche a gennaio, non è stato possibile. Così come molto difficile è pensare a un ritorno in estate ad Appiano Gentile. Le cifre dell'eventuale operazione, anche solo guardando lo stipendio, per questa Inter sono proibitive.
Rinchiuso in una gabbia dorata, da qualche settimana accusato pure dai suoi stessi tifosi. I due gol segnati contro Al-Hilal e Palmeiras nel Mondiale per club sono l'ultimo argine che frena l'onda che lo sta per travolgere, a pochi giorni dalla finale di Coppa di Lega col Liverpool (domenica). «Cercheremo sempre di aiutarlo», dice Thiago Silva, uno dei leader dello spogliatoio. Ma la sensazione è che in questo Chelsea un attaccante come Lukaku non abbia senso.
«Perché è stato acquistato? - si chiede Thierry Henry, ex Arsenal -. Se prendi Romelu devi adattare il gioco alle sue caratteristiche». Antonio Conte ha raccontato di come Paratici, nel 2019 alla Juventus, avesse provato ad anticipare l'Inter e prendere il belga perché «sapeva che mi piaceva e lo volevo nella mia squadra».
Con il club nerazzurro tagliato fuori per i costi, il Tottenham di Conte e Paratici potrebbe essere la via di fuga ideale di Lukaku, magari in uno scambio con Kane. Ritrovare l'allenatore che più di ogni altro ha saputo valorizzarlo, l'unico modo per tornare a sorridere.
2. L’LNTER-LUKAKU: IL CLUB HA ALTRI PIANI, MA ROM È PRONTO A RIDURSI L'INGAGGIO
Se Romelu vuole l’Inter, l’Inter vuole Romelu? Rispondere con un "no" secco sarebbe ardito: chi rinuncerebbe mai in partenza a un’arma che in Italia si è dimostrata devastante? Sarebbe più giusto dire che è questione di "possibilità" e non di "volontà": i nerazzurri, al momento, non possono.
Anzi, non potrebbero: meglio il condizionale nelle infinite vie del mercato. Il club ha comunque ormai altri piani, sia tecnici che economici. Dopo un Edin Dzeko strappato a zero la scorsa estate, il centravanti scelto per il futuro è Gianluca Scamacca: italiano, giovane, affamato, con una valutazione ragionevole. Il manifesto delle nuove campagne di trasferimento in autosufficienza.
VIA STRETTA
Quando lo scorso agosto Lukaku si è presentato davanti a Marotta-Ausilio per chiedere la cessione e coronare il (ricco) sogno del Chelsea, l’Inter aveva comunque già cambiato rotta: addio espansionismo cinese, ai dirigenti restavano in mano forbici affilate per tagliare il costo del lavoro e far cassa.
La cessione del belga non era certo prevista, anzi sarebbe stata evitata volentieri, ma è risultata comunque strategica: un balsamo per le casse nerazzurre. Se fosse rimasto a Milano, oggi il belga guadagnerebbe 8,5 milioni e sarebbe già oltre i nuovi standard interisti. Al Chelsea, invece, si spinge più in là — stipendio da 12,5 l’anno — e questo rende ancora più stretta la sua via verso Milano.
lo striscione della curva nord inter contro lukaku
In più Marina Granovskaia, plenipotenziaria del Chelsea, è tra gli ossi più duri nell’Europa nel calcio: difficile immaginare concessioni dopo il maxi-investimento estivo. Tradotto: complicatissimo un prestito gratuito, unica possibilità per un ritorno in nerazzurro. Certo, nel gioco di incastri, anche Romelu è pronto a fare la sua mossa: sarebbe disposto a ridursi il lauto ingaggio, anche per far capire con ancora più evidenza la sua volontà a chi di dovere. Del resto, far rimanere un big col mal di pancia è sempre rischioso.
romelu lukaku e lautaro martinez 2
AMBIENTE
L’ultimo tassello del puzzle è poi... l’Inter, intesa come tifoseria delusa: «Non conta chi con la pioggia scappa. Conta chi nella tempesta resta», gli hanno scritto gli ultrà in uno striscione, dopo che avevano pure cancellato con rabbia un murale a San Siro. E intesa, soprattutto, come spogliatoio di Appiano, in cui gli equilibri sono cambiati: gli ex compagni si sono uniti nell’orgoglio per dimostrare di poter vincere senza l’autoproclamato vecchio re di Milano.
Le amicizie, però, sono intatte: Lukaku rimpiange il feeling con Lautaro, ma il sentimento è ricambiato. A guidare la truppa, poi, non c’è più il vecchio maestro Conte che, tra l’altro, non può più riprenderlo al Tottenham, visto che la politica Spurs non consente acquisti di 28enni tanto costosi. Nell’era Inzaghi si pratica pure un calcio meno fisico, ma Simone direbbe mai di no a un’arma così?
LUKAKU BACIA STEMMA INTER
romelu lukaku
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lukaku perisic hakimi
lautaro martinez lukaku
lautaro martinez lukaku 2
inter sassuolo lukaku
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lukaku e hakimi
romelu lukaku 1
romelu lukaku e lautaro martinez 1
meme su lukaku 7
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murale lukaku imbrattato
murale lukaku imbrattato
murale lukaku imbrattato
murale lukaku imbrattato
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tifosi inter maglia lukaku lukazzu
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lukaku chelsea 8
lukaku chelsea 4
lukaku chelsea 9
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