DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO…
Estratto dell’intervista di Claudio Beneforti pubblicata da il Corriere dello Sport
Alberto Malesani, manca più il calcio a lei o lei al calcio?
«A me manca di sicuro. E’ stato la mia vita e dentro ora ho un vuoto, ma a questa sua domanda devono rispondere gli altri. E a quanto sembra gli manco poco».
E si è chiesto perché?
«Eh». Un silenzio di una decina di secondi. Poi: «Mi fa una domanda molto complicata, alla quale preferisco non rispondere».
E’ per questo motivo che ci ha pensato molto?
«Mi conosce bene, se decido di parlare dico quello che penso. E allora...».
E allora non ha ancora deciso di parlare?
«Penso che non ne valga la pena, potrei essere di parte. Ecco, quello che posso dire è che dall’analisi che mi sono fatto credo di aver sempre lavorato bene, con spunti avveniristici e con idee innovative e non quelle trite e ritrite delle quali sento sempre parlare. Vede, il calcio è una ricerca quotidiana e magari non avendolo saputo spiegare sono finito per diventare famoso per quelle cazzate sui social».
Ritiene di essersi venduto male o di non essere stato capito?
«Non è che non mi senta capito, ma le confesso che pensavo di finire meglio la mia carriera. Le dico di più: pensavo di meritare di finirla meglio. Probabilmente ho grosse colpe io per le scelte sbagliate che ho fatto, avrei dovuto farne altre».
[...]
A Parma, dopo aver vinto la Coppa Uefa, sono dovuto fuggire perché non mi sopportavano più. Forse pensavano che il Parma potesse vincere sia lo scudetto che la Champions. Il fatto che in una città così piccola ci siamo andati vicino io e Ancelotti è una mezza impresa. Anche a Firenze si sono divertiti e a Bologna abbiamo fatto un miracolo a salvarci senza la società. Sarei potuto anche restare a fine stagione ma mi sembrava di tradire i calciatori. Come, io allungo il contratto e loro non percepiscono lo stipendio….La gente mi ferma per strada per chiedermi perché non alleno. E’ un’ingiustizia. E lei cosa risponde? Che non alleno più, e basta, e che qualcuno ha sancito la mia fine.
Come l’hanno rovinata i social?
«Sono stato giudicato per le immagini e non per il lavoro che ho fatto sul campo come avrebbe dovuto essere, le mie esternazioni, le mie espressioni, il mio modo di essere persona e di evidenziare la passione per il calcio sono stati ripresi dai social e di conseguenza sono stato deriso e sbeffeggiato. Non ci sono altri motivi».
Gli allenatori sono tutti uguali?
Va di moda il calcio di Guardiola ? Bene, si fa di tutto per scopiazzarlo(…). I guru nel calcio non esistono. I veri interpreti sono i calciatori. Come Cristiano Ronaldo. Lui è la tattica, la tecnica, la qualità, il genio. E’ u quadro di Picasso o di Van Gogh, lui fa diventare lo stadio come una galleria d’arte…
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