
DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO…
Andrea Sorrentino per “la Repubblica”
Per dire che il re è nudo ci voleva un altro re, ovvero il suo predecessore. Che si sa, ha spesso modi ruvidi e pesa le parole a modo suo, però giù il cappello quando Diego Maradona parla di calcio, anzi di Argentina, anzi di Leo Messi: «Mi hanno rotto le palle quelli che lo accarezzano e lo coccolano in continuazione. Messi deve essere trattato come ogni altro giocatore della Selecciòn.
E’ il migliore del mondo, certo, ma deve esserlo nel bene e nel male. Invece stanno tutti lì a vezzeggiarlo in continuazione... Però vedi che là (in Europa, ndr) gioca come gioca e magari segna quattro gol alla Real Sociedad, poi viene qui e non vede palla. Al punto che ti chiedi: ma questo è un argentino o uno svedese? Ecco cosa penso. Ciò detto, ragazzi: Messi non ha certo ucciso né stuprato nessuno eh? E quelli che addirittura hanno il dubbio se lui sia degno o no della nazionale sono tutti matti».
Eppure in Argentina le polemiche su Messi impazzano, dopo la finale di Copa America persa contro il Cile. Maradona lo difende («E’ comunque un fenomeno ») ma fino a un certo punto, intervistato dagli argentini di Olé mentre se ne va a seguire una gara di serie C a Buenos Aires (Riestra-Platense, non roba per palati finissimi) e prima della partita affonda le fauci in un bell’asado.
Tra una costilla e un’insalata di pomodori, innaffiati rigorosamente da acqua minerale, el Diego insiste: «Abbiamo perso coi cileni, con loro non si può perdere nemmeno a bocce. I nostri camminavano, a parte Messi e qualcun altro. Non riuscivamo ad attaccare, ma non c’era un piano B in caso di partita difensiva. Di questo passo ci abitueremo alle sconfitte, ad arrivare secondi, e non è ammissibile, la nostra storia non lo permette. I giocatori devono capire che non possono abbassare l’intensità qui in Sudamerica. In Copa si gioca in un solo modo: o palla, o caviglia.
MARADONA MESSI 1
MARADONA MESSI 2
Bisogna avere la mentalità e la personalità per giocare partite simili, e in finale contro il Cile hanno perso i giocatori, per il loro atteggiamento». Anche Messi? «Non l’ho visto camminare in campo, come dicono tanti. Lui rimane un fenomeno. Però non trattatelo più come un bambino, o come una specie da proteggere».
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