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1. RISSA TRA ULTRA’ PRIMA DI BOLOGNA-SPEZIA _ VIDEO
2. CALCIO D’ESTATE TRA PUGNI E SANGUE
Simone Monari per “la Repubblica”
C’erano bambini in lacrime che gridavano: «Portateci via». E c’erano poco meno di una quarantina di ultras, lì in mezzo, che si prendevano a pugni e a bastonate. Sono volati sassi e bottiglie in mezzo a tanta gente comune, un vetro del bar del centro sportivo dove s’allena il Bologna è stato scheggiato nell’impotenza dei carabinieri, una decina in tutto, pochi per gestire una situazione così delicata.
È successo ieri pomeriggio a Castelrotto, alto Adige, sulle Alpi di Siusi, pochi minuti prima che si giocasse l’amichevole delle 17.30 fra la squadra emiliana e lo Spezia, poi disputata in un clima surreale.
Un quarto d’ora di follia, cominciato quando una quindicina di sostenitori rossoblù del gruppo della Beata gioventù è entrato superando agevolmente il varco allestito per incassare i 10 euro della gara. «Noi non paghiamo nulla», hanno detto facendo irruzione.
A 30 metri c’erano gli spezzini.
Una ventina a occhio e croce. Son bastati due urlacci e qualche insulto perché scoppiasse la maxi rissa in quella sorta di corridoio di ghiaia che divide il campo sportivo dal Fan Village, oasi pensata dal Bologna per i bambini, all’interno della quale ci sono biliardini e giocattoli. Alcuni di questi, lasciati lì dai piccolini, sono stati usati durante la colluttazione. I ragazzini terrorizzati. Alcuni, un’ora dopo, erano ancora in lacrime. Lo scontro è stato violento.
Secondo un testimone «quelli del Bologna avevano coltelli, gli altri bastoni». In evidente difficoltà i carabinieri che, in mattinata, informati dei cattivi rapporti esistenti, avevano chiesto al club quanti di questi ultras sarebbero arrivati. Se ne aspettavano una sessantina. In realtà erano meno, ma la gestione non è stata all’altezza. Dopo un quarto d’ora i bolognesi sono stati accompagnati fuori, non assistendo dunque alla partita per la quale si erano sorbiti 310 km.
«Confidavamo nel loro buon senso», spiegava agli agenti Marco Di Vaio, da qualche mese dirigente rossoblù, che ha tentato di fronteggiare l’emergenza, provando a intervenire durante i tafferugli e poi parlando a lungo con le forze dell’ordine, che non hanno identificato nessuno.
Un ragazzo di La Spezia sanguinava alla testa ed è stato curato dai medici del Bologna. Quando è finita la gara (vinta 2-1 dai liguri), i carabinieri hanno scortato gli ultras spezzini. «Il calcio – ha detto Claudio Fenucci, ad rossoblù ed ex Roma - non può essere rovinato da questa gente, noi dobbiamo creare strutture sempre più accoglienti, ma le istituzioni devono venirci incontro».
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