SENZA MESSI E BALOTELLI IN CAMPO, ITALIA-ARGENTINA È UNA PARTITELLA DA ORATORIO PER FAR DIVERTIRE PAPA BERGOGLIO

1 - LA CHANCE DEL TORMENTATO OSVALDO UNA NOTTE CONTRO IL SUO PASSATO
Mattteo Pinci per "la Repubblica"

Tormentato come le icone rock che ama, quasi che in lui convivessero due anime, diverse come nazioni separate da un oceano. Daniel Osvaldo, attaccante azzurro argentino di nascita ma diventato uomo prima e calciatore poi da quest'altra parte del Mondo. Quasi lapalissiano che Italia- Argentina sia la sua partita, e non soltanto perché Prandelli sceglierà di affidargli una maglia dal primo minuto per sfidare, prima volta da avversario, la madre patria.

L'azzurro l'ha voluto sin dall'Under 21, forse per riscattare quel compleanno a Bergamo, appena arrivato, «trascorso in camera a piangere». Due anime in un corpo. Una famiglia in Italia con Elena, fiorentina: due figlie prima della rottura, la seconda dopo quella con la famiglia di Lanus, dove è nato il suo primo figlio e da dove Daniel era partito per arrivare in Italia, percorso inverso rispetto ai nonni materni, nativi di San Biagio di Filottano in provincia di Ancona.

La casa di Osvaldo oggi è Roma con la fidanzata Jimena, argentina come lui, almeno fino alla prossima stazione. L'auto è rimasta la Mini bianca e celeste, i colori della sua bandiera, e il volto di Maradona, la maglia invece è azzurra. Ma il rapporto è controverso.

Tra l'11 settembre e il 16 ottobre 2012 la sintesi della sua storia con l'Italia: due gol alla Bulgaria, i primi, un altro in Armenia, poi l'espulsione con la Danimarca. Brilla nelle qualificazioni ma resta a casa nelle competizioni che contano, che siano gli Europei o la Conf Cup. Prandelli però vede nei suoi piedi i più adatti da affiancare a Balotelli: «Una coppia dal potenziale enorme, ne sono convinto», si è lasciato scappare pensando alla partita Italia-Brasile di Ginevra. Stasera dovrà dimostrare al ct di meritare la fiducia. Da solo contro il suo passato.

2 - GIOCATE
Francesco Saverio Intorcia per "la Repubblica"

Lo spettacolo nasce con luci soffuse, i nomi degli attori più attesi sono già stati cancellati dal cartellone. Messi non c'è, Balotelli nemmeno: è come andare a un concerto degli U2 dove non canteranno One né With or without you. Italia-Argentina diventa uno show dimezzato, orbato dei talenti principali: senza i guizzi di Leo, senza i muscoli di Mario, rientra nella dimensione banale di amichevole di Ferragosto, anche se in campo ci sono sei coppe del mondo e questa sfida si è giocata in cinque mondiali consecutivi, dal '74 al '90.

L'ultimo duello da brividi fu quello consumato nella serata jellata di Napoli, l'illusione di Schillaci, l'uscita a vuoto di Zenga su Caniggia, la sentenza spietata dai rigori a spegnere la sequenza di notti magiche. Da allora, solo un incrocio, un'amichevole persa 2-1 dagli azzurri ancora a Roma, non proprio indimenticabile.

Certo, i protagonisti dell'incontro sostengono che Italia-Argentina potrebbe essere anche una delle possibili finali a Rio fra undici mesi, e che entrambe hanno il diritto di sognare. Ma, al di là dei 22mila biglietti venduti in prevendita, la sensazione è che il clou sia stato celebrato ieri, e che il significato tecnico di questa gara scolori davanti all'importanza del messaggio di pace di cui le due nazionali si sono fatte carico.

«Ora è il momento di mettere in pratica quello che ci siamo detti, le nostre parole e i nostri pensieri finalmente possono trovare attuazione», promette Buffon. «Tutti fanno appelli, poi ci si incontra in un torneo pizza e fichi e ci si gonfia, magari per vecchie ruggini», accusa De Rossi, reduce come tutti dall'udienza in Vaticano.

E rincara la dose contro il calcio italiano: «Non so se basteranno le parole di Papa Francesco. Siamo indietro rispetto a tutti gli altri campionati, fra poco ci supererà anche quello francese. Dico siamo, perché anch'io faccio parte di questo calcio e forse contribuisco a tenerlo indietro. Pjanic ha detto una frase su Lulic dopo il derby ed è stato insultato dai suoi tifosi della Roma, pensate un po'.

Per non parlare dell'organizzazione, come le partite a Verona d'inverno con il fango che vola. Il nostro resta il campionato più equilibrato, ma se dovessi lasciare la Roma correrei all'estero». Messi è partito ieri da Fiumicino per Barcellona, Balotelli è arrivato a Milano in serata. Il debutto degli azulgrana nella Liga, domenica contro il Levante, e l'andata dei play-off di Champions dei rossoneri, martedì a Eindhoven, segnano il ritorno alla cinica normalità, fatta di campioni da tutelare e business da salvaguardare.

C'è serio allarme a Milanello, dove oggi verranno valutate le condizioni del centravanti: dall'infortunio in Confederations, di fatto, non ha ancora ritrovato il ritmo-partita, e fra sei giorni c'è la partita che vale una stagione per il Milan.

Prandelli aveva in mente di schierare la coppia Osvaldo-Balotelli, quella su cui vuole costruire il cammino che porterà al Mondiale. L'assenza di Mario cambia tutto, il romanista avrà la sua chance ma come tutti gli altri, da Gilardino a Insigne. Anche perché
c'è l'esigenza di plasmare un attacco tutto nuovo per la partita di Palermo del 6 settembre contro la Bulgaria, decisiva per la qualificazione. Ma sarà una serata speciale per tanti, da Candreva a Verratti, nel primo ciak di un percorso lungo dieci mesi, che porta di nuovo in Brasile.

 

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CON LEO MESSI IN VATICANOPAPA FRANCESCO BERGOGLIO CON BALOTELLICESARE PRANDELLI A RIO DE JANEIRO FOTO LA PRESSE osvaldo foto mezzelani gmt OSVALDO