1. MILAN ALL’INFERNO: DIFESA IMPRESENTABILE, CALCIATORI IN DISARMO CONTRO UN ALLEGRI IN TOTALE CONFUSIONE, GALLIANI IMPOTENTE E BARBARELLA IMPONE PIPPO INZAGHI 2. SE IL FUTURO DELLA JUVE SI CHIAMA DOMENICO ‘’MIMMO’’ BERARDI, ATTACCANTE DEL SASSUOLO DI NEANCHE VENT’ANNI CAPACE DI RIDICOLIZZARE LA DIFESA DEL MILAN NELLA NEBBIA DI REGGIO EMILIA CON 4 GOL IN 47 MINUTI, SI CAPISCE BENE COME IN ITALIA NON CE NE SIA PER NESSUNO OGGI E NON CE NE SARÀ CON OGNI PROBABILITÀ NEANCHE DOMANI 3. HA RISPOSTO DA LONTANO LA ROMA. CON UNA PROVA ECCELLENTE CON SPARRING PARTNER UN GENOA IN VERSIONE BEFANA NATALIZIA, MEDIAMENTE IMPRESENTABILE 4. DIETRO IL DUO MERAVIGLIA, UN NAPOLI CHE PASSA SUL DIFFICILE CAMPO DI VERONA 5. LA FIORENTINA CAPISCE A TORINO COME SARÀ DURA LA VITA SENZA PEPITO ROSSI

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DAGOREPORT

Se il futuro della Juventus si chiama Domenico «Mimmo» Berardi, attaccante del Sassuolo di neanche vent'anni capace di ridicolizzare la difesa del Milan in serata nella nebbia di Reggio Emilia con 4 gol in 47 minuti, si capisce bene come in Italia non ce ne sia per nessuno oggi e non ce ne sarà con ogni probabilità neanche domani. Nella giornata che consacra questo talento della provincia cosentina che l'anno prossimo andrà a far compagnia ai Tevez e ai Pogba (è a metà con il Sassuolo e si sa come vanno queste cose), il campionato consegna alla Juventus un titolo d'inverno conquistato con pieno merito e per oggettivo distacco.

Numeri e festa

Undicesima vittoria consecutiva nel vergognoso pseudostadio di Cagliari, 52 punti complessivi che se il ritmo fosse lo stesso anche nel ritorno porterebbero la cifra alla lunare quota di 104, uno spettro di soluzione che le rivali non possono sognarsi. E infatti, la straordinaria Roma di Garcia ferma alla ragguardevole raccolta di punti 44, appena ha perso Totti ha iniziato ad arrancare e insegue a otto lunghezze avendo perso una sola gara e ovviamente allo Juventus Stadium.

Festa totale almeno in Italia quindi e primo capitolo stagionale che si chiude come previsto con una fuga sarda. Perché Mauricio Pinilla prova a rendere la domenica diversa almeno per un tempo, ma la Juve risale sul pari e poi trovato il sorpasso con Marchisio (malissimo Adàn, l'ex portiere del Real lanciato da Mourinho con Avramov in panchina per scelta tecnica) ha dilagato.

Roma e Napoli

Ha risposto da lontano la Roma. Con una prova eccellente con sparring partner un Genoa in versione natalizia, mediamente impresentabile. Meravigliosa rovesciata di Florenzi per l'uno a zero (Totti: «Se avessi fatto un gol così forse avrei smesso») e poi proprio il capitano (e fanno 231in serie A) con l'aiuto di Maicon e Benatia contribuisce al 4-0 finale che corona un metà di torneo giocata con cuore, intelligenza e assoluta dedizione.

Dietro il duo meraviglia, un Napoli che passa comodamente a Verona nello stadio in cui la squadra di casa si era imposta per 8 volte (bellissimo gol di Mertens, prima gioia di Insigne e Dzemaili, dominio netto, tre punti meritati) e poco altro. La Fiorentina capisce a Torino contro il gruppo Ventura come sarà dura la vita senza Pepito Rossi. Lo 0-0 fa il paio con le pessime notizie americane (il legamento già operato dell'ex Villareal è stato sfiorato e i tempi di recupero si allungano) e non serve a molto, ma è sempre meglio dello sprofondo milanista.

Milan all'inferno

Un baratro senza fine che forse, dopo le fibrillazioni societarie, potrebbe costare la panchina ad Allegri. Troppo grave il film dell'orrore che in un teatro depresso, con la formazione di casa presa ultimamente a schiaffi quasi ovunque e il tecnico Di Francesco già virtualmente esonerato, manda in doppio vantaggio i rossoneri (Robinho e Balotelli) e poi permette al Sassuolo del milanista Squinzi e del fenomenale Berardi di accorciare, pareggiare e poi fuggire via per un umiliante 4-3 finale che per gli esordienti neroverdi vale più o meno come quello di Messico ‘70.

Per il Milan invece difesa impresentabile, tecnico in totale confusione, calciatori in disarmo, patetico quanto improduttivo "assalto" finale con golletto di Montolivo, incredibile rete sbagliata da Pazzini e una stringente impressione generale di malinconia e impotenza. Galliani in tribuna assiste all'esordio del giapponese Honda nel secondo tempo (un palo per lui con magnifico tiro dal limite) e ha la faccia dei giorni peggiori. Malissimo il Milan, mai così male da 30 anni e nel caos anche l'Inter che per sua fortuna ospita il Chievo. Thohir è in Indonesia, Moratti in visita pastorale alla Pinetina, Mazzarri un allenatore solo, lamentoso e la tifoseria è sul piede di guerra.

Panchine girevoli

Giorni complicati in scala differente anche a Bologna e Livorno. In Emilia l'esonero di Pioli ha regalato a Diamanti e compagni il volto sempre allegro di Ballardini e uno 0-0 inutile e bruttissimo contro una Lazio grigia che crea e spreca malamente con Klose una sola occasione.

Notte fonda anche in Toscana con il Parma che lascia ancora fuori Cassano e vince per 3-0 sui resti della squadra del presidente Aldo Spinelli (salutato da cori poco affettuosi: «Frugati», vale a dire mettiti le mani in tasca, spendi e compra qualche giocatore) e del tecnico Davide Nicola a un passo dal licenziamento con ipotesi fatasiose (Di Carlo o Sergio, il fratello di Javier Zanetti). Rimane ultimo il Catania di De Canio sconfitto anche a Bergamo.

 

DOMENICO BERARDI ROVESCIATA DI FLORENZI JUVE IN TRIONFODOMENICO BERARDI ROVESCIATA DI FLORENZI ALLEGRIGalliani-AllegriBALOTELLIROVESCIATA DI FLORENZI DOMENICO BERARDI