DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Francesco Persili per âDagospia'
«Sono romano e romanista». Una frase che ti aspetti da Totti, De Rossi, Florenzi, non certo dal ministro degli esteri olandese Frans Timmermans, per di più al congresso del Pse a Roma. Una dichiarazione d'amore nei confronti dei colori giallorossi che ha fatto godere il romanista D'Alema, esaltato il âcandidato' socialista alla Commissione Ue Schulz e strappato un sorriso al tifoso viola Renzi e al premier belga Di Rupo.
Nel corso del suo intervento il ministro preferito dalla Curva Sud prova a ridefinire il concetto di âegemonia' gramsciana in chiave giallorossa: «Dov'è l'anima della nostra Europa? Certo non nei congressi, nel Parlamento europeo, l'anima dell'Europa è da ricercarsi nelle città e io la vedrò stasera allo stadio Olimpico quando la Roma batterà l'Inter...».
Nonostante l'abbia chiesto l'Europa, la squadra di Garcia non è andata oltre il pareggio contro i nerazzurri. Fare pronostici non sarà il punto forte di Timmermans ma il politico olandese resta un tifoso romanista doc. Adora Totti e non perde neanche una partita in tv della sua squadra del cuore. Il congresso del Pse è stata anche l'occasione per tornare all'Olimpico, ricevere dal ceo giallorosso Italo Zanzi la maglia del suo connazionale Strootman (âla nostra lavatrice') e rilasciare qualche dichiarazione ai microfoni di Mediaset Premium: «Da ragazzino ho vissuto a Roma, andavo in Curva Sud ogni domenica, fa male oggi vedere gli spalti vuoti».
Parole che valgono al ministro ultrà la tessera numero due del «riformismo romanista», la categoria inventata dall'editorialista del Corriere della Sera Paolo Franchi al tempo del secondo scudetto giallorosso quando Liedholm poteva essere candidato a tutto, anche alla guida ideale di una âRepubblica semi-presidenziale', sui muri della Capitale faceva bella mostra la scritta più politica di tutto il Novecento (âMa quale Lenin, ma quale Ingrao, è Falcao il nostro Mao') e Dino Viola celebrava il compromesso storico pallonaro con il tifoso giallorosso Andreotti e il bianconero Berlinguer vicini in tribuna («La vera unità del popolo è allo stadio Olimpico») tra una polemica con Boniperti e uno scazzo in punta di penna con lo scrittore juventino Mario Soldati per difendere «la città che dà un senso alla civiltà a cui tutti apparteniamo».
Come il presidente del secondo tricolore giallorosso, anche Timmermans non è nato nell'Urbe ma si considera romano e romanista d'adozione: « 40 anni fa sono stato accolto da questa città . Sono diventato romano e romanista perché qui mi sono sempre sentito a casa mia». La capacità di âadottare' tutti e ciascuno: «questo è lo spirito italiano, olandese, europeo». Accoglienza, inclusione. Insomma, dimmi cos'è che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo. L'Europa salvata dalla Curva Sud.
TIMMERMANS TIMMERMANS MAGLIETTA ROMA
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