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Giulio Cardone per la Repubblica
«Donnarumma è un Modigliani. Vale 170 milioni ». Ecco: quando Mino Raiola inventa paragoni così, ai tifosi vengono i brividi. È il segnale che il diabolico manager farà di tutto per trasferire il suo giocatore da un’altra parte, dove può vincere e guadagnare di più. «Balotelli non ha prezzo, come la Gioconda», sentenziò quando Mario era al Manchester City: lo stava già trattando con il Milan.
«Pogba è un Van Gogh», e lo ha portato via dalla Juve. Ora i tifosi rossoneri temono che “il Modigliani” faccia la stessa fine, nonostante proprio lui, Gigio Donnarumma, a parole tenti di rassicurarli sul suo futuro. Ma nei corridoi del mercato c’è chi si dice certo – al contrario - che Raiola lo farà firmare per un altro top club, in Italia o all’estero.
E che il potentissimo agente stia lavorando per questo, con la stessa strategia che consentì alla Juve di strappare Pogba al Manchester United senza spendere un euro per il cartellino: aspettare che il giovane e formidabile portiere, minorenne come allora il francese, arrivi alla fine del contratto facendo cadere nel vuoto le proposte di rinnovo. E intanto flirtando guarda caso, ancora una volta, con la Juve, che progetta – dal 2018 - di sostituire Buffon proprio con il suo vice ed erede designato in nazionale, nonché rivale nell’attesa sfida di domani sera al Meazza.
«La Juventus – ha recentemente dichiarato Raiola - è la società meglio organizzata d’Europa, un fenomeno unico in Italia. Il management bianconero è il massimo, a partire da Andrea Agnelli: non gli ho mai sentito dire una parola fuori luogo o invadere le competenze altrui», e via elogiando.
Al di là delle parole, il feeling con il club bianconero è evidente nei fatti: dopo la mega-plusvalenza realizzata con la cessione di Pogba alloUnited, adesso Marotta e Raiola parlano del rinnovo di quel Moise Kean che è considerato il classe 2000 più forte d’Italia e che Allegri ha già convocato in prima squadra.
In realtà l’agente italo-olandese ha ottimi rapporti anche con Adriano Galliani, solo che lo storico ad rossonero non farà parte del nuovo Milan: altri brividi per i tifosi, peraltro preoccupati per il pressing dei più ricchi club stranieri sui giovani di Montella, da Niang a De Sciglio (altro pallino di Allegri).
Di sicuro il “dettaglio” dell’addio di Galliani può pesare sulla trattativa per il rinnovo di Donnarumma, eccome. Il 25 febbraio 2017 il portiere compirà 18 anni e la società che verrà, quella di Fassone e dei cinesi, tenterà di blindarlo con 3 milioni a stagione fino al 2022. Per ora, invece, il ragazzo guadagna i 250mila euro garantiti dal triennale – durata massima del vincolo per i calciatori minorenni - che scadrà nel 2018, il primo contratto da professionista firmato l’anno scorso.
Raiola ha già iniziato la pressione («È l’uomo che sa fare meglio il nostro mestiere», l’ammissione del re dei procuratori Jorge Mendes) sui nuovi interlocutori: «Donnarumma può diventare il portiere più forte del mondo, ma il suo futuro da pilastro del Milan dipende da cosa intendano fare i cinesi.
Va bene presentarsi con una montagna di denaro, ripianare i debiti, riorganizzare la società, ma io voglio misurare quanta passione ci metteranno i nuovi padroni. È quella che ha fatto la differenza nei trent’anni di Berlusconi ». Se ne deduce che per i manager in arrivo, cioè Fassone e Mirabelli (o chi per loro se ci saranno sorprese nell’organigramma), non sarà una barzelletta trattare con Raiola per Donnarumma, corteggiato pure dal Real Madrid. A proposito di brividi, il blocco del mercato per il club di Florentino Perez finisce proprio nel 2018.
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