DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Anticipazione da Oggi
La rivalità con Saronni? «Se invece di battagliare avessimo collaborato avremmo vinto di più… Non era un uomo di parola. Ho provato a fare dei patti con lui, ma non li rispettava».
Marco Pantani? «In salita era un fenomeno. Quando fu pizzicato con i valori sballati avrebbe dovuto accettare la sospensione e poi risalire in sella. Invece si comportò come se fosse vittima di un complotto».
Le gare di allora? «Era dura, era una lotta. I tifosi avversari ti venivano addosso, ti insultavano. Se erano a tiro gli mollavo un ceffone al volo. Ma le prendevo anche. Mi ricordo una volta sul Monte Bondone: un fan di Baronchelli mi sferrò un calcio sul ginocchio che mi fece vedere le stelle».
Francesco Moser parla al settimanale OGGI dei suoi Giri d’Italia, uno dei quali vinto nel 1984. E racconta le differenze tra ieri e oggi: «Eravamo ruvidi, ignoranti. Se volevi il rispetto del gruppo non dovevi tirarti indietro. Il trattamento era modesto: capitava di dormire in locande con i vetri rotti alle finestre... Io non avevo grandi esigenze... Al lusso non ero abituato…
Adesso girano più soldi, ma non li invidio: ai miei tempi si iniziava tardi. Io addirittura inforcai una bici da corsa che ero maggiorenne. Oggi iniziano ad allenarsi a 7 anni. Quando ne compiono 18 ne hanno abbastanza per averne piene le scatole prima ancora di iniziare davvero. E poi sono disciplinati, ligi agli ordini di scuderia, mai una parola di troppo. Io me ne fregavo: dicevo quello che pensavo».
gianni bugno francesco moser marco pantani e cesare romiti 1998francesco ignazio moserFrancesco Moserfrancesco moser
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