koyo kouoh

CHOC NEL MONDO DELL’ARTE - MUORE ALL’IMPROVVISO KOYO KOUOH, CURATRICE DELL'EDIZIONE 2026 DELLA BIENNALE D’ARTE - AVEVA 58 ANNI. È STATA LA PRIMA DONNA AFRICANA CHIAMATA A RICOPRIRE IL RUOLO A VENEZIA: LA PRESENTAZIONE DEL SUO PROGETTO ERA IN CALENDARIO IL 20 MAGGIO PROSSIMO - LO ZEITZ MUSEUM OF CONTEMPORARY ART AFRICA DI CUI ERA DIRETTRICE A CITTÀ DEL CAPO È RIMASTO CHIUSO PER LUTTO - L’ARTISTA NIGERIANA OTOBONG NKANGA HA SALUTATO LA “ SORELLA” KOYO, DICENDO CHE VIVRÀ PER SEMPRE “CON GRAZIA E CON LUCE”

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Dario Pappalardo per repubblica.it - Estratti

 

 

 

KOYO KOUOH

È uno shock nel mondo dell’arte la morte improvvisa di Koyo Kouoh, a 58 anni. Il 20 maggio avrebbe dovuto presentare a Venezia il titolo della sua Biennale, in programma per il 2026. Sarebbe diventata così la prima donna africana a curare l’appuntamento del contemporaneo più importante del pianeta, completando quel percorso di allargamento ai temi della decolonizzazione, avviato da Okwui Enwezor, nigeriano, anche lui scomparso a soli 56 anni, nel 2019, ma dopo aver firmato la Biennale storica del 2015: All the World’s Futures.

 

 

KOYO KOUOH

 

E tutti i futuri del mondo stavano a cuore anche a Koyo Kouoh, nata a Douala, in Camerun il primo gennaio 1967, ma trasferitasi da adolescente in Svizzera, a Zurigo. Lo Zeitz Museum of Contemporary Art Africa di cui era direttrice a Città del Capo è rimasto chiuso per lutto e ha sospeso la programmazione. Prima di approdare in Sudafrica, Kouoh aveva fondato il RAW Material Company, un centro per l’arte, la conoscenza e la società a Dakar, in Senegal.

 

KOYO KOUOH

«Non è mio compito correggere le narrazioni dominanti, le carenze euroamericane o combattere la miopia culturale occidentale – aveva detto in una delle ultime interviste al magazine Next is Africa – Il mio lavoro è guidato dall’urgenza di esprimere e preservare. È una ricerca della molteplicità. Il modello euroamericano ha dominato troppo a lungo ed è fallito. Ha funzionato attraverso la violenza e lo sfruttamento degli altri. Mi interessa la diversità dei modelli. L’arte è uno spazio per esplorare queste possibilità».

 

 

Gli stessi principi avrebbero ispirato la sua Biennale del prossimo anno. «Questo è il momento dello shock e del dolore», fanno sapere da Venezia, dove la notizia è arrivata mentre si assegnavano i leoni per l’architettura. Il progetto di Kouoh c’è già.

 

Al presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, che l’aveva designata lo scorso dicembre, spetta il compito di decidere se e come portarlo avanti, nominando un successore. Intanto, l’artista nigeriana Otobong Nkanga ha salutato la “ sorella” Koyo, dicendo che vivrà per sempre e riprendendo le parole usate dalla curatrice al termine di tutti i suoi messaggi: «con grazia e luce».

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