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Alessandro Grandesso per gazzetta.it
Comunque a testa alta, come una grande d’Europa. Perché per schiaffeggiare prima il Liverpool al San Paolo, e poi mettere in riga anhe il Psg, al Parco dei Principi, serve personalità e talento. Magari non quelli di stelle da 180 o 220 milioni, come Mbappé e Neymar. Ma di giocatori magari meno quotati che però poi certi appuntamenti non li sbagliano, come Insigne e Mertens. Arme fatali di Ancelotti che con il suo Psg aveva un conto sospeso dopo il 3-0 incassato un anno fa, costatogli la panchina del Bayern Monaco. Stavolta il successore di Sarri accarezza per due volte l’idea del successo, che sarebbe stato meritato, prima di farselo sfilare da Di Maria, nei minuti di recupero.
SCELTE — Ancelotti comunque non cambia quasi nulla rispetto alla vittoria sul Liverpool. O meglio, adatta quell’undici ai nuovi avversari, sulla carta altrettanto pericolosi degli uomini di Klopp. Così se difesa e centrocampo rimangono invariati, davanti al posto di Milik gioca Mertens. Un modo per alzare il tasso di imprevedibilità contro la difesa di Tuchel, orfana del capitano Silva. Ma i parigini poi schierano di fatto la squadra tipo.
Con Verratti in mediana insieme a Rabiot, e soprattutto Neymar sulla trequarti, con Mbappé a destra e Di Maria a sinistra, in sostegno del grande ex Cavani. E se è il Psg a impadronirsi del pallone, il Napoli comunque non cede. Anzi, la squadra di Ancelotti si sistema ordinata in assetto difensivo e lascia sfogare i padroni di casa che lanciano assalti su tutto il fronte.
OCCASIONI — Già al 2’, Mbappé va via a Rui e serve dentro per Neymar, ma il brasiliano entra in collisione con Cavani che lo mette fuori uso per qualche minuto. Al 7’ il Matador tenta la volée da sinistra, su servizio da Neymar, uno dei pochi palloni tra i due, ma il tiro è impreciso e finisce a lato. Poi il Psg opta per il gioco corto, tutto in tocchi rapidi e improvvisi squarci. Come al 17’ quando ancora Neymar serve in profondità Mbappé. Il francesino controlla male ma serve involontariamente Cavani che scarica di nuovo il sinistro su Ospina. Il Napoli così dà più l’impressione di improvvisare che altro. Ma è solo un’impressione dovuta al tempo di adattamento per venire fuori con calma. Così al 24’ c’è il primo pericolo dalle parti di Areola. Su cross di Rui, che sguscia veloce sul prato, Mertens allunga il destro e devia sulla traversa. E’ il preludio del vantaggio. Che arriva con Insigne. Ma è la manovra ad incantare, prolungata nel palleggio, che ipnotizza il Psg.
Così da destra si mette in luce Callejon che apre dalla sponda un corridoio. Insigne brucia Kimpembe e con un tocco impeccabile di destro scavalca Areola in uscita con un pallonetto. E va a raccogliere le urla dei tifosi napoletani in curva ospiti. Il gol raggela il Psg che sembra perdere ogni idea e si ritrova spesso all’arresto. E se Mbappé spreca il servizio in profondità di Neymar al 38’, Insigne getta sopra la traversa la palla del raddoppio allo scadere.
CAMBI — Tuchel prova a cambiare tutto nella ripresa. Toglie Bernat e inserisce Kehrer per passare alla difesa a tre, alzando Meunier sulla linea di quatto a centrocampo, senza rinunciare al tridente. Il tutto per allargare il fronte. Mentre Ancelotti dopo 9’ deve rinunciare all’acciaccato Insigne che cede il posto a Zielinski. E il Napoli passa al 4-2-3-1. Ma se Neymar tenta di scardinare la difesa partenopea il pari il Psg lo trova con un’autorete di Rui in scivolata, a chiudere un cross da destra di Meunier. Il belga era anche all’origine dell’azione, sviluppata da Mbappé. Palla al centro.
Ma l’equilibrio resta. Senza grandi occasioni, seppure con gioco intenso. Da cui Tuchel sfila un anonimo Cavani al 31’ per puntare sulla tecnica di Draxler. A raddoppiare però è il Napoli, all’improvviso. Con Ruiz che tenta il tiro dal limite, frenato da Marquinhos. Il pallone carambola su Mertens che infila nell’angolino. Ma l’angolino lo trova anche Di Maria allo scadere. Con il solito tiro a girare di sinistro dal vertice destro dell’area. Appuntamento tra un paio di settimane al San Paolo.
2. ANCELOTTI
Da sport.sky.it
Quando un colpo da maestro vanifica una prestazione di squadra quasi perfetta: il Napoli forse avrebbe firmato per un pareggio, ma non così. La rete di Angel Di Maria vale il pareggio che sta stretto agli azzurri. “C'è la soddisfazione per aver quasi vinto la partita e altrettanta è la delusione per non averlo fatto. Non ci possiamo rimproverare nulla, Di Maria può inventarsi colpi del genere e bisogna tenerlo in conto, ma abbiamo fatto molte cose buone. La prossima partita è decisiva: il ritorno contro il PSG lo giochiamo in casa” ha detto Carlo Ancelotti intervistato da Sky Sport, con la solita tranquillità. L’allenatore ha quindi eseguito l’analisi tattica della partita:
“Nel primo tempo Mario Rui aveva molta libertà perché Mbappé rientrava poco, poi nella ripresa abbiamo cambiato sistema e Maksimovic ha fatto una partita di grande livello. Il PSG non ha molto equilibrio visto che ha attaccanti di quel tipo, nella ripresa ci ha creato qualche problema in più perché hanno cominciato a pressare meglio, ma non penso che in generali cambi molto perché siamo riusciti a trovare le contromisure e abbiamo ritrovato il controllo della partita. La superiorità a centrocampo ha favorito il fraseggio e l'aiuto dei due attaccanti che a turno rientravano ci ha permesso di avere un ottimo controllo della gara: se avessimo lasciato il controllo del gioco a loro, avremmo rischiato di più. Nel primo tempo siamo stati un po' leziosi e avremmo dovuto finalizzare meglio sicuramente”.
Nel segno di Di Maria
Indimenticabile, il contributo di Angel Di Maria, per la vittoria della finale di Champions quando l’argentino faceva parte del Real Madrid allenato proprio da Carlo Ancelotti. “Sono grato a Di Maria per ciò che ha fatto a Madrid, certo se avesse tirato fuori sarebbe stato molto meglio... A Parigi ho passato un bel periodo, ho incontrato giocatori che ho avuto e ora li aspettiamo a Napoli” ha concluso l’allenatore.
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