DAGOREPORT – L’IDEA DI GIORGIA MELONI DI INTRODURRE L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA…
Marco Ansaldo per "La Stampa"
A differenza di Prandelli non crediamo che sia meglio essere stati estromessi dalle teste di serie del Mondiale, tra le quali sono entrate la Svizzera e il Belgio. Non lo crediamo perché all'inizio dell'ultimo raduno fu proprio il ct a insistere che bisognava confermare il posto tra le prime 7 del ranking mondiale perché era importante essere alla guida di un girone. Oggi invece Prandelli dice che «forse è meglio così, andremo al Mondiale senza sognare troppo: ci andremo con maggiore umiltà , avremo da subito la giusta concentrazione». à chiaro che pure lui ha letto la favola di Esopo sulla volpe e l'uva.
Del resto il ct va compreso, la botta dei due pareggi in Danimarca e con l'Armenia l'ha subita soprattutto lui che contava di avere indicazioni confortanti sia sulle alternative ai dodici o tredici titolari, sia sulla possibilità di cambiare tatticamente la faccia dell'Italia.
Le risposte sono state scoraggianti. Chi aveva l'occasione per imporsi l'ha sprecata, ad eccezione di Insigne «che ha dimostrato personalità ». Gli altri si sono rivelati tra la botte e il fiasco. «La maglia azzurra pesa - ha spiegato Prandelli -. Ci sono giocatori che fanno bene in campionato ma qui non si esprimono allo stesso modo. Da nove uomini freschi mi aspettavo qualcosa di più e non posso non tenerne conto nelle scelte dei 23 che porterò in Brasile: ho molte cose da valutare». L'alternativa a Buffon non esiste dopo aver visto che Marchetti ricade nelle incertezze di tre anni fa ai Mondiali: purtroppo non c'è altro oltre a lui e a Sirigu, che potrebbe scalzarlo come vice dello juventino.
I ricambi della difesa sono stati bocciati in blocco. Un centrale di riserva tra Astori, Ranocchia e Ogbonna (quest'ultimo è rimasto fuori in questo giro) lo si dovrà portare ma da quanto si è visto bisogna preparare i fazzoletti.
I terzini sono modesti, Pasqual e De Silvestri sono improponibili ma pure Balzaretti è stato parzialmente bocciato. Aquilani si è dimostrato l'eterno incompiuto nel momento in cui gli sono state affidate responsabilità , Florenzi (a parte il gol) ha latitato in copertura, Verratti non è mai entrato, segno che il ct non è così convinto di farne il vice Pirlo, Cerci è un'incognita, con una manciata di minuti a Copenaghen ha contribuito al pareggio, poi è stato panchinato a Napoli.
Quanto all'attacco, Prandelli ha in progetto la coppia Balotelli-Rossi, le incognite riguardano però la capacità di recupero di quest'ultimo: se non avrà ricadute fisiche, otto mesi bastano per rivederlo ai livelli precedenti agli infortuni, il punto interrogativo però rimane. Dunque il ct si è rafforzato nell'idea che l'Italia deve tornare al modulo dei quattro centrocampisti e che a giugno deve sperare nello stato di forma dei soliti noti.
C'è poi il caso Balotelli. «Lui è imprescindibile se vogliamo andare oltre i nostri limiti», ha spiegato Prandelli. Ha ragione. Senza SuperMario è un'altra Italia, meno competitiva ad alto livello: immaginarlo insieme al Totti di questo inizio di stagione è già un'iniezione di ottimismo ma anche da solo fa la differenza se ne ha voglia. «Mario bisogna farlo arrabbiare perché giochi così bene», scherza il ct. Ma gli atteggiamenti del milanista portano al disagio generale. «In questi dieci giorni si è avvertito e il disagio è contagioso. Per questo dobbiamo stringerci tutti attorno a lui». Insomma dall'epilogo delle qualificazioni l'Italia esce con nuove preoccupazioni.
In fondo è vero, non essere testa di serie è la disgrazia minore, dipende sempre dalla compagnia che si imbarca nel girone e anche all'ultimo Europeo la Nazionale non ebbe quel ruolo eppure arrivò in finale. Ma dirlo adesso sembra una scusa.
CESARE PRANDELLI A RIO DE JANEIRO FOTO LA PRESSE 
prandelli foto mezzelani gmt 
AJAX MILAN BALOTELLI 
balotelli
totti 
insigne
GIANLUIGI BUFFON SOTTO LA STATUA DEL CRISTO A RIO DE JANEIRO FOTO LAPRESSE 
        
						
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