FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Ha impiegato di meno Jeff Bezos «ad andare nello spazio che Stefanos Tsitsipas per andare in bagno». Andy Murray, baronetto, ex numero 1 del mondo, affida a Twitter la scia della rabbia dopo la sconfitta contro Stefanos Tsitsipas. Lo scozzese ha giocato il match dell’anno, il quinto più lungo della sua carriera, arrivando solo a un set dalla prima vittoria contro un Top 5 in uno Slam dal 2016. Non è certo il punteggio - 2-6 7-6 (7) 3-6 6-3 6-4 dopo 4h49’ di partita - a preoccupare Murray.
Anzi, il risultato ne rinforza le ambizioni, gli dimostra di poter esprimere un tennis degno dell’attuale numero 3 del mondo a due anni dall’operazione di ricostruzione dell’anca. Il due volte campione di Wimbledon se la prende con le troppe pause strategiche dell’avversario, che ha chiesto prima un medical time-out per un problema al piede destro, poi è rimasto fuori dal campo a lungo alla fine del quarto set per cambiarsi.
Al rientro, Murray ha subito il break nel primo game che ha di fatto deciso il parziale e la partita. «Sapevamo che lo avrebbe fatto, ma fisicamente è un’altra cosa. Se rimani fermo 7-8 minuti così, ti raffreddi - ha detto - Stefanos si è fermato sempre prima che andassi io a servire, e i break li ho subiti subito dopo. Sarà anche una coincidenza, ma penso che abbia influenzato l’esito della partita. Tsitsipas è un ottimo giocatore, ma ho perso rispetto per lui».
La difesa di Tsitsipas
L’ex numero 1 del mondo fa parte del Player Council, il consiglio che riunisce i rappresentanti dei giocatori nel board dell’ATP. E in questo ruolo, non si limita a commentare l’episodio sulla scia dell’emozione per la sconfitta al termine di una delle partite più significative dell’ultima stagione.
Non accusa Tsitsipas di eccesso di anti-sportività, non suggerisce come aveva fatto Alexander Zverev nella semifinale di Cincinnati che greco vada in spogliatoio con il telefonino e si fermi a lungo per ricevere consigli dal padre-coach via messaggio. Ne fa una questione di norme. «Non credo di aver infranto nessuna regola - si è difeso infatti Tsitsipas - Per quanto ne so, sono permesse due pause-bagno in una partita di cinque set».
L'idea per cambiare la regola delle pause
Se questo fosse un episodio di Perry Mason, l’avvocato sarebbe con le spalle al muro. Perché la posizione di Tsitsipas non è attaccabile, e lo sa anche Murray. Il britannico, infatti, riconosce che gli ufficiali di gara non possono farci niente, le regole sono queste e finché non è espressamente vietato, è tutto lecito per guadagnare un vantaggio competitivo. Allo stesso tempo, rivela che i giocatori stiano valutando proposte alternative per cambiare queste norme.
Una delle opzioni, spiega, «è far perdere il game successivo al giocatore che chiede un medical time-out prima di un turno di battuta dell’avversario. Oppure di concedere due break da 5 minuti su richiesta per ogni match, e poi basta». Il tennis del futuro, e la leadership di un campione come Sir Andy, passano anche da qui.
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