eugenio finardi

“NON SENTO PIÙ LA MUSICA, SONO QUASI SORDO” – EUGENIO FINARDI HA FATTO LA FINE DI BEETHOVEN! “HO L’ACUFENE, FIGLIO DI UN TRAUMA E DELL’INVECCHIAMENTO. MI SONO TROVATO VICINO A UN’ESPLOSIONE E HO 50 ANNI DI BATTERIA ALLE SPALLE. MA ORMAI LA MUSICA RIESCO A COMPORLA SENZA SENTIRLA. SCRIVO LE NOTE E LE INSERISCO NEL PC SENZA ALCUNA TASTIERA. PER FARE L’ULTIMO DISCO HO PERSO 10 CHILI. SE NE ARRIVA UN ALTRO, POI C’È SEMPRE L’ULTIMISSIMO, UN PO’ COME I TOUR DEI POOH” – "JIM MORRISON? AL CONCERTO ALL’ISOLA DEI WIGHT HO DORMITO MENTRE I DOORS SUONAVANO" - VIDEO

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Barbara Visentin per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

eugenio finardi

Doppia cifra tonda: il ventesimo disco di inediti di Eugenio Finardi esce a 50 anni di distanza dal primo. E potrebbe essere l’ultimo, avverte il cantautore milanese, 72 anni, che per scrivere «Tutto», come si intitola, racconta di essersi ispirato all’etica di lavoro maniacale dei Beatles che traspare dal documentario «Get Back».

 

Come l’hanno guidata?

«Quando sei giovane le canzoni arrivano da sole, “La radio” ad esempio l’ho scritta in tram, ma da anziani magari vengono dei macro-concetti informi, in cerca di sonorità. Così ho visto i Beatles e ho detto ok, mettiamoci in studio. Giuvazza Maggiore ha prodotto straordinariamente bene i brani, creando un mondo sonoro anche attorno alle mie impossibilità dovute alla perdita di udito, nel senso che non reggo più una batteria, e quindi ce n’è poca».

 

La perdita dell’udito e l’acufene sono recenti?

eugenio finardi a oggi e un altro giorno 4

«Sono la somma dell’invecchiamento, di un trauma, perché mi sono trovato vicino a un’esplosione, e in generale di 50 anni di batteria alle mie spalle: quelli ti uccidono, accade a tanti, vedi Pete Townshend. Ma ormai la musica riesco a comporla senza sentirla. Un pezzo come “Onde di probabilità”, del disco, è nato completamente teorico, scrivendo le note e inserendole nel pc senza alcuna tastiera».

 

Nel tour, che parte il 16 maggio, come farà?

«Lì non ho problemi, ho due casse davanti. E avrò una batteria elettronica perché il volume dello strumento acustico mi fa girare la testa e mi assorda. Il presente offre strumenti che permettono di affrontare la musica in maniera diversa, con ottimi risultati».

 

 

(…) 

Dice che è difficile essere giovani in questo momento, ma in passato?

EUGENIO FINARDI 33

«La mia è stata forse l’ultima generazione che ha sognato un futuro e che aveva un futuro da sognare. Tutti noi cantautori, De Gregori, Venditti, De André, ma anche Battiato e Vasco, abbiamo assistito alla nascita del linguaggio-macchina, poi le cose hanno fatto un balzo in avanti creando questa assurda situazione per cui forse per la prima volta sono i giovani ad avere qualcosa da insegnare ai vecchi e non viceversa».

 

 

E quando era giovane lei?

«I nostri genitori uscivano dalla guerra rintronati ma speranzosi. Siamo cresciuti in 80 anni di pace, una cosa incredibile. Io avevo 12 anni quando sono arrivati i Beatles, ho vissuto Rolling Stones, Led Zeppelin, grunge... Poi è arrivato il futuro, così ora a Sanremo, quando leggo il cast, mi sembra il campionato di pallavolo ugandese, non ho la minima idea di chi siano».

 

 Nel 1970 è stato anche al Festival sull’isola di Wight

EUGENIO FINARDI 33

«Ho visto il penultimo concerto di Jimi Hendrix, malinconico, vestito tutto di arancione, sarà il senno di poi, ma sembrava un addio. E poi il primo di Emerson, Lake & Palmer. Ero con Camerini e Treves, io e Camerini ci alternavamo a dormire: io ho dormito durante i Doors e lui durante gli Who».

 

Si è perso Jim Morrison

«Mi interessava di più Townshend con la sua chitarra. E ho visto Miles Davis cambiare la storia della musica, creando la fusion, davanti a noi. Poi è arrivato il futuro, così ora a Sanremo, quando leggo il cast, mi sembra il campionato di pallavolo ugandese, non ho la minima idea di chi siano».

 

Lo guarda?

EUGENIO FINARDI 14

«Il martedì sera sento tutti i pezzi. Quest’anno ha vinto Olly che due anni fa era andato con “Polvere”: quella è stata la canzone che più ho ascoltato di tutto il 2023 perché mi faceva ballare da matti e mi piaceva anche l’uso dell’autotune. Poi conoscevo Lucio Corsi, quindi per me non è stato una sorpresa, ma forse l’anno scorso c’erano più canzoni che ti ricordavi, anche quella di Annalisa era divertente».

 

(...)

 

EUGENIO FINARDI

E i testi accusati di violenza e sessismo?

«Non li approvo, soprattutto quelli sessisti, in questo periodo. Siamo in un momento in cui la coppia, di per sé, è un concetto da rivedere».

 

Questo nuovo album sarà il suo ultimo per davvero?

«Non in assoluto, ma realisticamente sarà l’ultimo disco di inediti. È stato un parto scriverlo, ho perso 10 chili.Bruciavo dentro dalle idee, ma questa cosa maniacale che da giovane poteva essere ripetuta all’infinito, adesso mi ha lasciato svuotato. Ma lo dico anche in modo scaramantico: se ne arriva un altro, c’è sempre l’ultimissimo, un po’ come i tour dei Pooh o degli Elio e le storie tese».

EUGENIO FINARDI

 

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