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Andrea Arzilli per il “Corriere della Sera-Roma”
Olimpico ultimo stadio. Bastano i dati più freschi a raccontare la desolazione dell’impianto, penta-stellato per l’Uefa e tra i migliori d’Italia (65mila spettatori di capienza), ma abbandonato dai tifosi.
Per domani sera, Lazio-Juve, sono stati venduti meno di 8 mila biglietti (di cui 5mila a juventini), domenica scorsa per Roma-Atalanta gli spettatori (reali) erano 22mila.
Nelle coppe il fenomeno è ancora più evidente. Basta pensare ai 4mila tagliandi staccati per Roma-Bate Borisov, la «partita della vita» in Champions (più 24mila mini-abbonamenti, ma quanti saranno presenti?). O alla miseria dei 3mila in Lazio-Dnipro, quando si sentivano le grida di giocatori e tecnici in campo.
Sempre meno. In linea con il trend che da anni svuota gli spalti e al netto dei dati ufficiali dopati dalla quota abbonamenti (23.500 per la Roma, 13.500 per la Lazio). Ai problemi atavici - difficoltà logistiche per raggiungerlo e problemi di parcheggio - oggi si aggiungono altri incentivi alla diserzione.
C’è una crisi economica che, visto il San Paolo in Napoli-Inter e la costante discreta affluenza di San Siro, evidentemente a Roma si percepisce di più.
C’è un conflitto aperto dalle due curve con questore e prefetto sulla faccenda delle barriere, un problema che Pallotta e Lotito avevano promesso di affrontare (ma nessun incontro con le autorità) e che ha seccato i serbatoi più caldi del tifo.
Dopo i fatti di Parigi c’è anche la paura dell’attentato: controlli più attenti e tanti check-point che, tra perquisizioni e metal detector, trasformano la giornata di sport in campagna di guerra.
E poi ci sono i risultati deludenti dei club cittadini. La Roma, dopo le batoste con Barça e Atalanta, si trova a dover far fronte all’embargo dei propri supporter. La Lazio è caduta nel grigiore di una stagione anonima (circa 8mila gli spettatori con il Palermo). Sono lontanissimi i tempi in cui si dormiva in sacco a pelo davanti alle biglietterie pur di non restare fuori dall’Olimpico.
Pallotta sogna il nuovo stadio a Tor di Valle («Io sono amico di chi ha proposto lo stadio - ha detto Alfio Marchini a #Corrierelive -, ma il progetto è urbanisticamente sbagliato. Se io fossi sindaco, lo potenzierei con le infrastrutture, a partire dalla Roma-Lido»). Lotito non si è ancora rassegnato ai vincoli sulla zona Tiberina che bloccano il suo progetto «Stadio delle Aquile». Ma, forse, prima c’è da risolvere il problema Olimpico.
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