
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Maurizio Crosetti per "La Repubblica"
Ormai gli tirano addosso da lontano, come si fa con i portieri scarsi, e qualche volta ci azzeccano. Prima dei gol conta l'offesa, quasi una lesa maestà . Ma non esiste un solo juventino, tra i 14 milioni di tifosi più o meno ufficiali, che non si chieda dov'è finito Buffon, e qualcuno già usa il verbo come se fosse un aggettivo. Questo è troppo. Ma anche 10 gol in 8 partite sono troppi, ai bianconeri non succedeva da vent'anni.
Il vecchio Gigi adesso è un'ombra, un pensiero nero in volo verso Madrid, dove mercoledì ritroverà un altro anziano portiere un po' depresso e in disuso, Casillas. Al più forte del mondo sta cadendo il mondo addosso: papera contro la Lazio (respinta corta), papera contro il Chievo (rinvio sbilenco), mezze papere contro Verona e Copenaghen (piantato tra i pali), paperissima contro la Fiorentina.
Un pallone ben visibile, il pareggio di Rossi, tiro secco ma esatto nel suo percorso, dunque parabile se Gigi non fosse partito in ritardo e molle. Ne ha presi quattro, come altre quattro volte in campionato, due nella Juve (l'ultima, più di nove anni fa, contro il Lecce in casa) e due nel Parma, e due volte contro la Fiorentina. Il viola nello spettacolo porta rogna, e a qualcuno di più.
Gigi Buffon è stato capace, in passato, di prodigiosi recuperi e scatti da terra. Volevano addirittura venderlo, aveva la schiena a pezzi, era intristito, quasi un corpo estraneo, nel suo delirio Delneri disse che Gigi se la sarebbe giocata con Storari, come no. La colonna azzurra (il Brasile è dietro l'angolo: altro allarme?) compirà 36 anni a gennaio. Alla sua età , Zoff si faceva impallinare da lontano al mondiale d'Argentina '78, salvo poi vincere la coppa, quarantenne, proprio al Bernabeu, dove Gigi vedrà volare palloni come ufo, attacchi marziani dalla terra e dal cielo, possibili schizzi di fango sulla sua vernice
di totem. Ma è proprio in notti del genere che i fuoriclasse sanno trovare la forza e la magia.
Il portiere è un trasmettitore di sicurezza o di paura, il suo fluido viene captato dai compagni che lo elaborano a seconda della percezione ricevuta. Anche gli avversari, come i più feroci predatori, sentono bene l'odore del sangue. Non può essere un caso se in molti, adesso, cercano Buffon con tiracci di varia natura, uguale distanza
diverso destino: i laziali ci provarono per tutta la partita, prima di soccombere, e persino il viola Roncaglia (non Cristiano Ronaldo, Roncaglia) ieri ha cercato con insistenza il jolly, come se in porta ci fosse un pupazzo e non un drago. Segnali non trascurabili. E quando balla il portiere, vacilla la difesa come per contagio.
Cos'abbia dentro il vecchio Gigi in queste ore indecifrabili lo racconta il suo viso: i primi piani dopo i gol, ieri, sembravano racconti di pagine intere senza bisogno di una sola parola. Ma ne esisterebbero ancora tre, da pronunciare a Madrid tra pochi giorni: io sono Buffon. Senza il punto interrogativo.
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