edinson cavani

PILLOLE DI POLITICAMENTE MOLTO SCORRETTO - G. SALLUSTI: “ARRIVA LA NOTIZIA CHE L’AFU, IL SINDACATO DEI CALCIATORI URUGUAIANO, SI È LEVATO IN DIFESA DI CAVANI CONTRO LA FOOTBALL ASSOCIATION, E INGENUAMENTE SENTI UN REFOLO DI OSSIGENO AL CERVELLO. FINALMENTE QUALCUNO CHE RISPONDE NELL’UNICO MODO FILOSOFICAMENTE POSSIBILE AI MANGANELLATORI POLITICALLY CORRECT: ANDATEVENE AFFANCULO. E INVECE…”

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Giovanni Sallusti* per Dagospia

* autore del libro ''Politicamente Corretto - la dittatura democratica'' - Giubilei Regnani editore

 

GIOVANNI SALLUSTI

Caro Dago,

L’ “affaire Cavani” si candida ormai a stupidario definitivo del Politicamente Corretto, quest’ideologia idiota che sta monopolizzando l’era del crollo delle ideologie.

 

Sintesi della prima puntata: il centravanti del Manchester United fa un partitone contro il Southampton, un suo connazionale su Instagram gli scrive “Asi te queiro Matador!” (Ti amo Matador!), lui risponde col ludico “Gracias, Negrito!” (che pure l’Accademia della lingua dell’Uruguay ha confermato non avere significato xenofobo, anche se è surreale solo che abbia dovuto farlo) e al termine di un procedimento neosovietico di due mesi la Federcalcio inglese emette la seguente, correttisima sentenza contro il flagrante razzista.

edinson cavani gracias negrito

 

Multa di 110mila sterline, non una, non due, ma tre giornate di squalifica (pari a chi spacca la faccia dell’avversario a suon di gomitate) e obbligo di seguire un corso di rieducazione online sul razzismo (sì, Mao abita qui).

 

Dopodiché, arriva la notizia che l’Afu, il sindacato dei calciatori uruguaiano, si è levato in difesa di Cavani contro la Football Association, e ingenuamente senti un refolo di ossigeno al cervello. Finalmente qualcuno che risponde nell’unico modo filosoficamente possibile ai manganellatori politically correct: andatevene affanculo, voi e le vostre perversioni censorie, voi e il vostro squadrismo arcobaleno, voi e i vostri psicoreati che nemmeno Orwell ebbe l’ardire di prevedere.

 

E invece. Invece, il comunicato del sindacato sudamericano della pelota pare uscire dalla più paludata redazione della più patinata rivista mainstream della rive gauche. “Lungi da rappresentare una difesa contro il razzismo, quello che ha commesso la FA è un atto discriminatorio nei confronti della cultura e dello stile di vita del popolo uruguaiano”.

POLITICAMENTE CORRETTO GIOVANNI SALLUSTI

 

Semplicemente, si ribalta l’accusa buonista contro l’altro (è quel che avviene anche nei talk nostrani, dove imperversa la gara a darsi a vicenda del “fascista”). “La sanzione” comminata a Cavani “rivela una visione distorta, dogmatica ed etnocentrista che non ammette altre letture se non quella che si vuole imporre”.

 

Eccolo lì, il capo d’imputazione infamante e politicamente correttissimo: “etnocentrista!”. Trattasi di quella particolare eresia che tende barbaramente a valutare il mondo dal punto di vista della propria civiltà d’appartenenza (nella polemica correttista “etnocentrismo” significa sempre “eurocentrismo”), come se l’Occidente, questo ferrovecchio della storia che ha prodotto la filosofia, il diritto, la democrazia politica, la libertà individuale, l’Illuminismo, la Rivoluzione Industriale, fosse ancora qualcosa di vivo, e di presentabile in società.

il comunicato del sindacato dei calciatorii uruguaiano sul caso cavani

 

Mentre, ormai dovrebbe essere noto, l’Occidente esiste solo come qualcosa di cui vergognarsi e per cui chiedere incessantemente scusa alla grande fiera multiculti delle civiltà, secondo le tabelle valoriali del Politicamente Corretto.

 

E infatti, il sindacato uruguaiano chiude la propria nota formulando la più perbene delle accuse: la squalifica inflitta a Cavani denoterebbe “totale ignoranza riguardo la visione multiculturale del mondo: questo sì che è razzista”. Il ribaltamento è totale: non è che la Federazione inglese sia troppo stupidamente ideologica, piuttosto non lo è abbastanza. Non ha introiettato abbastanza il multiculturalismo livellatore e indifferenziato, non chiede ancora perdono per essere occidentale, europea, inglese, non pratica ancora abbastanza quella che il grande filosofo britannico Roger Scruton chiamava “oicofobia”, ovvero l’odio di sé.

edinson cavani

 

Mi pare, caro Dago, che se anche chi si ribella a un sopruso politicamente corretto brandisce la retorica politicamente corretta, non solo non spezzando il cappio del pensiero unico, ma stringendolo ancora di più, la speranza di un rinsavimento collettivo sia sempre più un lusso che non possiamo permetterci. Almeno, noi sporchi occidentali.

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