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Alessandro Catapano per gazzetta.it
"Non abbiate paura, ci divertiremo", dice agli elettori un istante prima che si voti. Un discorso bello, asciutto, pulito, con un cedimento solo nel finale alla commozione, quando ringrazia la "famiglia per la pazienza". Giovanni Malagò conquista prima la platea, che gli tributa una standing ovation, poi la rielezione per il prossimo quadriennio, con 67 voti su 75 aventi diritto, mentre due sono state le preferenze per lo sfidante Sergio Grifoni, cinque le schede bianche e una la nulla. Un plebiscito (con qualche mal di pancia) per una squadra che ora si dovrebbe completare con Franco Chimenti e Alessandra Sensini vice presidenti, mentre sono confermati Roberto Fabbricini segretario generale e Carlo Mornati vice.
COSA È STATO FATTO — Tanto orgoglio. "Il bilancio del mio mandato - racconta Malagò - dimostra che i 4/5 del programma del 2013 sono stati realizzati. Quello che è mancato non è dipeso dalla responsabilità del Coni. In questi quattro anni, abbiamo trasformato l'istituto di medicina, quello di scienze, la scuola dello sport; abbiamo impostato la riforma della giustizia sportiva, anche se possiamo perfezionarla; abbiamo reso credibile a livello internazionale la nostra lotta al doping, oggi un modello da imitare; abbiamo conquistato la fiducia del Governo, che ci ha dato cento milioni all'anno per lo sport nelle periferie; abbiamo conquistato risultati sportivi impressionanti, siamo un colosso".
MALAGO' RAGGI PIETRANGELI ABETE BINAGHI
COSA C'È DA FARE — Tante cose, ma serve il contributo di tutti e, probabilmente, un cambio di passo. C'è innanzitutto il grande cruccio di una scuola praticamente senza sport. "Dati agghiaccianti, siamo fanalino di coda - ammette il presidente del Coni -. Noi ci abbiamo messo la faccia, con tutti i ministeri. In quattro anni ho conosciuto sei tra premier, ministri e sottosegretari. Anche grazie al lavoro di Francesco Soro, ci siamo sempre fatti rispettare".
Il grande tema dell'autonomia dello sport. "Per questo è indispensabile avere una legislazione piena, in modo da realizzare una legge quadro dello sport, finalmente all'altezza dei tempi. Ma per fare questo - avverte Malagò rivolgendosi ai presidenti federali - ognuno di voi dovrà uscire dal proprio recinto. Vi chiedo di volare alto, di evitare qualsiasi conflitto di interessi. Serve coraggio, mettiamocelo".
SCONFITTO ANNUNCIATO — L'ingegner Sergio Grifoni, lo sfidante sconfitto, esce con signorilità da questa contesa. "Come mi è venuto in mente di candidarmi? Me lo chiedo anche io. Ma mi sono reso conto che il Coni va riformato integralmente. Attenzione - avvisa senza mezzi termini -, se il Coni non diventerà davvero un ente di servizio, il populismo incarnato dai 5 Stelle potrebbe spazzarlo via. Ecco perché serve una riforma strutturale". Queste sarebbero state le linee guida del suo programma: "Sosteniamo economicamente davvero chi ha bisogno, semplifichiamo i regolamenti della giustizia sportiva, compenetriamo Coni e scuole".
CLAUDIO RANIERI GIOVANNI MALAGO
RIVA MALAGO' 2
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