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QUANTO CONTA "POLITICAMENTE" IL CALCIO ITALIANO? A VEDERE GLI ARBITRAGGI CHE HANNO PENALIZZATO ATALANTA E ROMA, NULLA. COSA ASPETTA LA FIGC A PROTESTARE CONTRO IL DESIGNATORE UEFA ROSETTI? - ALDO GRASSO SUL GRANDE PROBLEMA TELEVISIVO DEL CALCIO NELL'EPOCA DEL VAR: “SI PARLA DI UNO SPORT DI CONTATTO E DI MOVIMENTO. IL VAR HA RESO INFINITAMENTE PIÙ CONTROVERSA LA VALUTAZIONE DEI CONTATTI. IN QUESTI CASI LA MOVIOLA NON SOLO NON EVITA L’ERRORE MA LO CAUSA” – LA SBROCCATA DI RANIERI, LE PAROLE DELL'AD DELLA LEGA A DE SIERVO E LA MODESTIA DEGLI ARBITRI EUROPEI: VIDEO

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Aldo Grasso per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

ranieri porto roma

L’Atalanta viene beffata in pieno recupero nella trasferta di Bruges e Gasperini è una furia: contro gli arbitri, contro molti calciatori che si tuffano con l’obiettivo di rubacchiare un fallo, distante dallo spirito del calcio. E, ovviamente, contro il Var che avrebbe dovuto non solo ridurre gli errori arbitrali, ma anche diminuire discussioni e recriminazioni, rendere più oggettive alcune decisioni.

 

(...)

Il Var non è nato per una richiesta d’aiuto da parte degli arbitri. È nato perché l’arbitro si trovava in una evidente situazione di inferiorità visiva rispetto a uno spettatore televisivo (la nuova, vera platea del calcio): l’arbitro ha due occhi, lo spettatore, grazie alle telecamere, dieci e forse più, con un’ottica di precisione.

 

bruges atalanta

Qui nasce un grande problema televisivo, ribadito giorni fa da un articolo uscito sul «Post». Il calcio è uno sport di contatto e di movimento: «Il Var ha reso infinitamente più controversa la valutazione dei contatti, perché ha inserito un regime visivo diverso, quello della staticità. Un regime che entra in conflitto con la dinamicità del gioco.

 

In questi casi il Var non solo non evita l’errore ma lo causa.

 

bruges atalanta

Durante la revisione col Var possiamo vedere questi arbitri rallentare l’immagine fino a fermarla per vedere se riescono a trovare il contatto tra un piede e l’altro. Solo che ciò che non è falloso in un regime di dinamismo, in presa diretta, può diventare falloso in un regime di staticità, che però non è più giusto».

 

Tanti anni fa, quando si facevano le prime analisi alla moviola dei film, ci veniva ricordato di tener presente che alla moviola si perdeva l’essenza stessa del cinema: il movimento.

 

La stessa cosa capita nel calcio: gli arbitri non sono istruiti per restituire un contesto televisivo corretto al fermo immagini.

 

Naturalmente, entrano poi in gioco altre varianti: l’interpretazione del regolamento, l’inadeguatezza di certi arbitri (è probabile che il Var li abbia deresponsabilizzati), la scarsa sportività di alcuni giocatori, ecc.

porto roma

 

Tutti a scuola di televisione, a Lissone, sede del Var.

 

 
 
LA LEGA SERIE A L'UNICA A GIOIRE?
 
 
(...) Il paradosso, ma anche il sospetto, è che possa esserci anche l’ombra della Lega di A alle spalle di tutto ciò. Solo due settimane fa l’ad De Siervo diceva: “La verità è che la Serie A perderà valore nel tempo se la Champions League e le coppe diventeranno più ricche. Paradossalmente chi fa il nostro lavoro, deve sperare che non ci sia il secondo posto nel ranking. Parlo dal lato economico, non sportivo.
 
Più la Champions cresce, più crescono spettatori che in passato guardavano i campionati nazionali. Il miliardo in più che l’Uefa intende fare sarà drenato dai broadcaster dei campionati”. “È un tema che tanti giornalisti non sottolineano: continuano a definire un grande successo la partecipazione di più squadre italiane alla Champions. È il contrario.
 
Resta il giudizio meritorio verso la Uefa per il lavoro meritorio fatto sulla nuova Champions, che però sui campionati nazionali ha lo stesso effetto della Super League. E la Uefa può farlo perché ha un rapporto stretto con l’Eca, guidato sempre dalle solite 15 squadre”. Il calo degli arbitri in Europa
 
Tra le tante verità c’è anche un dato incontrovertibile: in Italia come in Europa il livello medio della classe arbitrale si sta abbassando. L’unico top emerso di recente è Letexier, gli altri sono sempre gli stessi ed in discesa libera, da Oliver a Taylor. Non c’è ricambio generazionale e perfino un big come Turpin non sta attraversando un momento felice.

 

 

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