DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO…
Stefano Semeraro per “la Stampa”
Mr. Grass, il Signor Erba, oggi ha l' allure dell' uomo di mondo, molto smart casual, giacca bianca e polo blu scuro, un metro e 85 di charme e autocontrollo. Ma 30 anni fa le partite le guardava in tv, rotolandosi sul pavimento o sul tappeto «perché ero troppo nervoso per stare seduto sul divano. Becker ed Edberg hanno fatto la storia qui a Wimbledon, io giocavo con la fantasia immaginando che un giorno sarei stato come loro, campione di Wimbledon. All' inizio il mio idolo era Boris. Poi un amico mi chiese: "perché Becker? Edberg è più cool". Okay, mi dissi, allora io sarò Edberg».
Tre decenni dopo il dubbio è archiviato, dimenticato.
roger federer foto mezzelani gmt40
Estinto. Roger Federer, basta l' anagrafe, è solamente se stesso il più grande tennista da erba di sempre, a quasi 38 anni ancora impegnato a sottrarre alla concorrenza i pochi brandelli di record che ancora non gli appartengono.
Il suo gioco è una danza Due anni fa ha sublimato un ritorno leggendario con l' ottavo titolo a Wimbledon, l' Everest verde mai scalato da nessuno, nemmeno dall' avo Renshaw o dal fratello maggiore Sampras, mentre gli idoli di un tempo, Becker ed Edberg, in due ne mettono insieme appena (appena) cinque. Da questa settimana Roger a Church Road cerca la Nona, per diventare il Beethoven del tennis. Il campione più musicale già lo è, più che colpire arpeggia, emette armonici con le corde.
Persino le sue statistiche cantano. Più titoli di singolare ai Championships, nove appunto, li ha vinti solo una donna, Martina Navratilova; e solo Jimmy Connors nella storia ha portato a casa più match su prati: 185, contro i 181 di Federer che però ha in bacheca il record di trofei erbosi (19) e la miglior percentuale di vittorie (87,4) dell' era Open. Oltre che una terrificante striscia vincente, 65 partite filate fra 2003 e 2008. Borg, tanto per dire, si era fermato a 41.
Altri paragoni? Il grande Bill Tilden, che sull' erba di Slam ne ha vinti 10, ma ai suoi tempi, fra gli Anni '20 e '30, e fino al 1974, tre major su quattro si giocavano sul verde. Rod Laver, a cavallo di due ere; oppure il fenomenale Borg dei cinque centri consecutivi, che giardiniere sapeva diventarlo adattando alle radici, come uno sciamano nordico, il suo argilloso. Sampras, McEnroe e Becker sono stati - tecnicamente parlando, fra tuffi, tagli e serve&volley - più erbivori di Federer, che resta un giocatore a tutto campo. Un classico, in tutti i sensi. Il suo tennis, come la danza, inizia nel punto in cui si spengono le parole che vorrebbero descriverlo.
A Parigi, dove tutti lo davano per spacciato dopo i due anni sabbatici, è arrivato in semifinale, sconfitto solo da un Nadal monstre. Qui le sue chance di tenere a bada Rafa e il defending champion Djokovic dipenderanno dalle energie risparmiate nella prima settimana. «All' inizio i campi sono soffici - spiega il diretto interessato - ed è difficile muoversi, nella seconda settimana sono più simili al cemento. Ma alla fine il tennis su erba rimane diverso da tutto il resto». Come il suo padrone.
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