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DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
1. LA NOTTE DI BALOTELLI
Enrico Currò per “la Repubblica”
(Ri)habemus Mario. La tentazione è quella di celebrare l’evento più appariscente: il ritorno di Balotelli, riemerso da lungo oblìo calcistico. Giustificano la priorità emozionale i due fatti – non le parole o i tweet – che attestano la resurrezione reale e non virtuale di un attaccante: ha giocato da titolare, ci ha messo soltanto 5’ per segnare su punizione e poi non è sceso dal palcoscenico della partita, con qualche gradevole raffinatezza da stilista e anche qualche duello fisico di troppo con gli avversari, che ha indispettito il pubblico.
Sentendosi provocati dalle sue giocate e da come l’arbitro Doveri lo tutelava, punendo anche il contatto più veniale, gli avversari esasperati – Fernandes è stato espulso per doppia ammonizione - alla fine hanno circondato minacciosi Balotelli, salvato dall’abbraccio dei compagni, che hanno festeggiato la vittoria. La scena ha riportato tutti alla lettura più opportuna e oggettiva della serata: l’evento più importante è il ritorno del Milan a una concretezza dimenticata, che può preludere alla scalata in classifica in tempi perfino più rapidi di quanto sperasse Mihajlovic.
I difetti da correggere sono ancora parecchi: l’affannoso finale, a difendere il 3-2 malgrado il vantaggio di tre gol a fine primo tempo, ha fatto inorridire Berlusconi, cultore del palleggio. Lo sperpero, dopo l’intervallo, ha qualcosa di cronico: eppure Mihajlovic aveva dichiarato come obiettivo primario della trasferta la necessità di mantenere immacolata la porta di Diego Lopez.
Le premesse erano le migliori possibili. Il Milan aveva impiegato soltanto 10’, per chiudere apparentemente la partita col 2-0 sull’elegante asse Montolivo-Bonaventura. Il suggello del dominio del primo tempo, quasi per forza d’inerzia, era il 3-0 del difensore Zapata in schiacciata su corner: sembrava un’esercitazione a futura memoria, perché i calci piazzati spesso servono a vincere nelle situazioni difficili e non solo, a rendere più rotondo il punteggio e più distesi i sorrisi. Quelli per il bel gioco milanista erano giustificati.
Mihajlovic aveva osato varcare una delicata frontiera tattica: dentro Balotelli e De Jong in un colpo solo, dopo ragionato ballottaggio con Luiz Adriano e Poli. A giudicare dall’esito parziale, la mossa poteva essere il preludio al rodaggio della futura squadra titolare, perché De Jong incontrista e formidabile pressatore può coesistere con Montolivo regista e perché l’eventuale rientro di Bertolacci interno, con Bopnaventura treqwuartista al posto di Honda, porterebbe a 7 su 11 il numero degli italiani, per la gioia di Conte. Invece la ripresa ha spento i sorrisi.
E’ bastato che Colantuono mettesse un attaccante in più – Duvan Zapata colpevolmente escluso – e che l’assetto difensivo del Milan si facesse precario, con l’uscita dell’acciaccato Calabria e il dirottamento a destra del cugino di Duvan stesso, il milanista Cristian, spostato a fare il terzino per lasciare il posto al centro ad Alex.
Dalle fasce sono piovuti due palloni fatali, il primo recapitato dallo Zapata Udinese sul piede di Badu, previo tocco di Di Natale, e il secondo da Théreau a Zapata stesso. Da qui è nato un arrembaggio: le forze del Milan calavano e la paura di pareggiare aumentava. Poli per Honda – un mediano per un trequartista – era la sostituzione emblematica. Balotelli serviva a tenere il pallone e ad attirare falli e fischi. Il pubblico del nuovo Friuli ha sperato nel 3-3, sventato da Diego Lopez su Fernandes e mancato di testa da Wague. La contestazione ai Pozzo, con l’accusa di preferire il Watford e di avere scelto un parametro zero di riparazione (Lodi), è congelata. Resta profetico Balotelli, ovviamente via web: “Un sorriso vale più di mille parole”. Anche un gol su punizione.
2. BALOTELLI: MI TOLGO I SASSOLINI DALLE SCARPE
La fitta è diventata improvvisamente un ricordo, il resto sono solo sorrisi. Mario Balotelli si è sbloccato a Udine, alla prima chance da titolare, con la specialità della casa, il calcio di punizione. E proprio quella stessa punizione provata ieri a Milanello gli aveva procurato quel "dolorino" che lo aveva posto in discussione fino agli ultimissimi minuti prima di Udinese-Milan.
49 CONTRO 5 — Balotelli ha ripreso quel filo con il gol interrotto dal 19 aprile 2014: è il passato, la storia del suo ultimo acuto col Milan, a San Siro, contro il Livorno (finì 3-0, Mario segnò il primo). Per trovare il suo ultimo gol in rossonero in trasferta, bisogna andare ancora più dietro: al 26 marzo, al Franchi di Firenze. Una prestazione convincente, di maturità: Balo ha causato anche l'ammonizione di quattro avversari. Due ulteriori curiosità: alla vigilia della sfida di Udine, Balotelli era in dubbio a causa di un problema fisico che si era procurato ieri a Milanello, provando proprio a calciare le punizioni.
Questa sera, non solo ha giocato, ma si è anche sbloccato su punizione. Secondo: a pochi minuti dal suo primo gol in questa Serie A, i giornali britannici hanno immediatamente tirato fuori una statistica. Nella scorsa stagione, per arrivare al primo gol col Liverpool dovette calciare 49 volte verso una porta avversaria. A questo giro, gli sono bastate 5 conclusioni per riassaporare il gusto del gol. Forse la ruota sta davvero girando.
PARLA MARIO — Mario Balotelli, subito dopo la fine di Udinese-Milan, commenta a caldo: "Abbiamo cominciato molto bene, ma è scritto ed è storico che dobbiamo soffrire. Stavamo vincendo 3-0 e siamo stati disattenti. Non si può finire 3-2 - sono le parole di Mario Balotelli ai microfoni di Mediaset Premium -. Siamo un gruppo di lottatori e abbiamo portato a casa un risultato difficile ma importante. Abbiamo preso due gol stupidi, ma abbiamo lottato fino la fine, quindi complimenti ai miei compagni. Ho lavorato per la squadra, come sempre: io sono sempre lo stesso, nello spogliatoio mi sto comportando bene e con i miei compagni ho buoni rapporti".
I SASSOLINI — Poi Mario Balotelli inserisce una nota piccata e polemica nelle sue parole. "Era una gara difficile per me, perché sapevo che volevano provocarmi - continua Balotelli -. Ho preso un giallo che non ci stava e mi ha un po’ rovinato la partita. Sono comunque contento della mia prestazione. Piano piano mi tiro via dei sassi dalle scarpe, perché negli ultimi anni, tra Italia e Inghilterra, hanno preparato troppo, ma io sono stato in silenzio. I difensori mi provocano? Tanto prendono il giallo o le mie gambe, ma la palla non la vedono".
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