![forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri](/img/patch/02-2025/forza-italia-maria-pier-silvio-berlusconi-antonio-tajani-martusciello-barelli-gi-2097859_600_q50.webp)
DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
1. MIGRANTI: TELEFONATA OBAMA-MERKEL, SERVE SOLUZIONE AMPIA
(ANSA) - Il presidente americano Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel nel corso di un colloquio telefonico si sono detti "d'accordo sulla necessità di una soluzione ampia da parte dell'Europa all'emergenza rifugiati, in cui ogni stato membro della Ue accetti la sua giusta quota di rifugiati": lo rende noto la Casa Bianca. I due leader hanno anche concordato sulla necessità di una transizione politica in Siria, che serva a riunire il Paese.
2. MIGRANTI: ORBAN ARRIVA A RIUNIONE CSU TEDESCA IN BAVIERA
(ANSA) - Il premier ungherese Viktor Orban è arrivato a Bad Staffelstein, in Baviera, dove oggi è stato invitato a partecipare alla riunione di partito a porte chiuse della Csu tedesca, il partito gemello bavarese della Cdu di Angela Merkel, suo alleato di governo. Si tratta di un invito molto controverso, per il quale il lader Horst Seehofer è stato fortemente criticato in Germania.
3. L’EUROPA APPROVA LE QUOTE MA IL BLOCCO DELL’EST VOTA NO
Marco Zatterin per “La Stampa”
Il dato oggettivo è che gli stati dell’Unione europea hanno deciso di redistribuire al proprio interno, su base volontaria, 120 mila profughi prelevati anzitutto da Italia e Grecia. Quello politico è che, dopo un complesso negoziato, i ministri degli Interni sono stati costretti a contarsi, ad andare un voto che ha promosso la scelta solidale con l’esplicito rifiuto di cechi, slovacchi, romeni e ungheresi, nonché l’astensione della Finlandia.
«Era la sola scelta per avanzare sulla via di una politica comune dell’immigrazione», ha spiegato il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans. Eppure la rinuncia al consenso, per quanto prevista dai Trattati, rischia di creare un crepa fra i Ventotto, minacciosa e potenzialmente difficile da sanare.
IL CONTROPIANO DI ORBAN
Già stasera, al vertice dei leader in programma a Bruxelles, si potrà misurare la temperatura. Rovente se, come scrive la «Bbc», il premier ungherese Orban presenterà una proposta alternativa a quella appenda adottata. Si riaprirebbe così un confronto che si sperava chiuso nel momento in cui la maggioranza dei governi ha stabilito che la riallocazione ci sarà, perché lo richiede l’emergenza e lo impone il principio della solidarietà su cui l’Unione è fondata. I quattro del «no» dovranno adeguarsi e accogliere la loro quota.
La presidenza di turno lussemburghese, come la Commissione e i governi più pesanti, sostiene che ora si può procedere con il rafforzamento dei controlli, il miglioramento dell’azione sui rimpatri, le trattative coi paesi terzi per frenare in flussi in entrata. «Riprendiamo a costruire», giura il ministro degli esteri del Gran Ducato, Jean Asselborn. In realtà le cose sono più complesse di così. I cechi vogliono impugnare la decisione alla Corte di Giustizia. La Slovacchia non intende applicarla. Orban vuole cambiarla. Gli si oppongono ma sono più bravi con le parole che coi fatti.
LA REPLICA DI ALFANO
Fonti europee rivelano che stamane la Commissione valuterà se approvare una sventagliata di procedure di infrazione contro quasi tutte le capitali, Italia compresa. «Cattiva attuazione delle norme sull’asilo». Noi ne abbiamo già tre aperte. Questa nuova, non dovrebbe riguardare il mancato rilevamento delle impronte digitali, che è una partita diversa. Bruxelles contesta a Roma i troppi migranti lasciati passati e Roma risponde che sono solo un terzo degli sbarcati. È in arrivo una nuova richiesta di informazioni. Il ministro Alfano risponde duro: «Ci aspettiamo solo una procedura di ringraziamento».
RIVEDERE DUBLINO
Non risulta che la ministeriale di ieri sia stata cattiva. «Molto fair play», si assicura. I quattro contrari si sono dichiarati subito. Poi il ministro polacco ha domandato una pausa di riflessione per consultare Varsavia. Il testo sul tavolo era stato costruito in modo da essere indolore, sgravato da parti vincolanti, automatismi e ogni presupposto di non temporaneità emergenziale. Quando sono ripresi i lavori si è votato.
Così è passato il principio della redistribuzione dei 120 mila in due anni che, però, saranno inizialmente solo 66 mila. I 54mila in origine destinati all’Ungheria, che li ha rifiutati, andranno una riserva a disposizione di Italia e Grecia, oppure di chi si trovasse ad averne bisogno, previa decisione del Consiglio: Berlino voleva entrare fra i «distributori» poi ha cambiato idea. Caduta la possibilità di acquistare il non rispetto delle quote, si potrà solo rinviare lo sforzo per un anno.
«Bene ma in ritardo», riassume il ministro Alfano, felice perché l’intesa «viola i sacri principi del regolamento di Dublino» che l’Italia vuole rivedere.
Possibile? Difficile quando si è sotto osservazione per la gestione dei confini, perché è dalla qualità delle identificazioni dipende l’effettiva redistribuzione. Oggi al vertice europeo, il tema finirà per saltare fuori.
DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI?…
DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA…
SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO…
DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…