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P.Tom. per il "Corriere della Sera"
Nel Luna Park della serie A degli anni Ottanta c' era anche Walter «Uragano» Schachner, bomber austriaco di Cesena, Avellino e soprattutto Torino: sette anni ruggenti in Italia, 48 gol e un amore che dura ancora, dato che l' ex attaccante, oggi 64enne, risponde da una spiaggia italiana del Nordest.
L' Austria arriva per la prima volta agli ottavi dell' Europeo. Che avversario sarà?
«Una squadra libera di testa, piena di entusiasmo, senza più la pressione per l' obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Giocando più spensierati, credo che possiamo crescere ancora di livello e fare arrabbiare gli italiani: l' Austria ci crede e può essere la sorpresa di questo torneo. Nella sfida di Wembley l' Italia è certamente favorita, ma deve stare molto attenta».
C' era molta pressione su questo gruppo austriaco?
«Sì, perché certi risultati mancavano da tanto tempo e le aspettative su questa generazione di giocatori sono alte. Ci sono state parecchie critiche al c.t. Franco Foda: non le trovavo giuste, perché le buone prestazioni erano già arrivate».
Quali sono i punti di forza?
«L' Austria è una squadra solida, composta tutta da calciatori che giocano fuori dal nostro campionato, per lo più in Bundesliga. Lo spirito di gruppo è ottimo, come la capacità di fare pressing. Abbiamo già utilizzato due-tre diversi sistemi di gioco. Certo, molto dipenderà dall' Italia».
In che senso?
«Dobbiamo stare attenti a non pressare troppo alti, per non venire scavalcati dai passaggi veloci degli azzurri. Per questo motivo mi aspetto che l' Austria giochi qualche metro più indietro rispetto al solito, per rispondere alle mosse dell' avversario e non farsi sorprendere».
Chi le piace di più di questa Italia?
«Penso che Mancini abbia trovato una rosa molto equilibrata, la cui forza è il collettivo, proprio come l' Austria. Non ci sono più i giocatori di una volta, da Tardelli a Del Piero, da Rossi a Totti, ma Immobile, Insigne e Donnarumma mi piacciono molto».
Arnautovic è sempre una testa calda?
«È il suo carattere, con lui è così: o fa cose geniali, un po' pazze. O non fa nulla»
L' uomo chiave è Alaba, che dal Bayern Monaco adesso passa al Real?
«Certo. Foda lo ha arretrato in difesa, come centrale o a sinistra e da lì Alaba fa partire l' azione. Questa è stata la mossa che ci ha fatto fare un salto di qualità».
Mancherà probabilmente Chiellini tra gli azzurri. Un vantaggio per l' Austria?
«Non credo: sono cento anni che avete bravi difensori».
Il modello Salisburgo, con i soldi della Red Bull, ha fatto bene al calcio austriaco?
«Non mi pare. A vent' anni i calciatori vanno tutti all' estero, il Salisburgo vince da otto anni di fila. Se non cambia qualcosa, nel nostro campionato si gioca solo per arrivare secondi: il livello è sceso».
Gli anni Ottanta sono stati il top del calcio italiano?
«Mamma mia! C' erano tutti i migliori del mondo e anche gli azzurri erano quelli del Mondiale vinto in Spagna.
Anni indimenticabili. Un orgoglio averne fatto parte» Lei c' era nella sfida mondiale del 1978 vinta dagli azzurri. Questa Italia giovane e offensiva è un po' paragonata a quella. Che ne pensa?
«In effetti contro Cabrini ero io che dovevo difendere, perché lui attaccava sempre».
Vede delle somiglianze tra il primo Bearzot e Mancini?
«Nello stile di gioco e nella modernità si assomigliano, è vero. Questa Italia può vincere l' Europeo».
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