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Francesco Persili per "Dagospia"
Roma sparita. La sconfitta contro la Sampdoria fa precipitare i giallorossi a meno 7 dall’Inter capolista e ri-porta sul banco degli imputati Garcia. 6 gol subiti in 5 partite, turnover senza soluzione di continuità (solo Manolas e De Rossi sempre presenti), gioco poco fluido, gestione dei cambi rivedibile (perché a Marassi mettere dentro Ucan e Iturbe a tre minuti dalla fine?): i fantasmi dell’anno passato tornano a galla e il tecnico francese si ritrova sotto esame.
Eppure a Genova la Roma ha giocato una delle sue partite migliori: 19 calci d’angolo, 24 tiri, 40 cross. Ma i numeri snocciolati al termine della partita da Garcia per rimarcare il dominio della Roma non spiegano la sconfitta. Anzi, aprono uno squarcio sinistro su alcune attitudini della squadra giallorossa. Possibile che la Roma non abbia, o non riesca a mettere in pratica, uno schema sui calci da fermo?
Possibile che Dzeko, fiore all’occhiello del mercato estivo e a segno finora solo con la Juve, non sia mai messo mai nelle condizioni migliori per sprigionare il suo potenziale?
Il tecnico francese parla di «mancanza di cinismo davanti alla porta avversaria» e di «errori individuali» in difesa: un gol su punizione (con un blocco legale su Florenzi e un errore di posizionamento della barriera) e il pastrocchio di Manolas. «Ci siamo messi in difficoltà da soli», sottolinea Garcia.
«Non credo di dover rimproverare i difensori sui due gol incassati», ribatte il ds giallorosso Sabatini che liquida il discorso sulle statistiche («non fanno vincere le partite»), si complimenta con la squadra per la prestazione e poi confessa: “Mi aspettavo qualche punto in più”. A Trigoria nessuno immaginava - dopo la vittoria contro la Juve e il pari col Barcellona - questa frenata che rende il mini-ciclo Carpi, Bate Borisov e Palermo già decisivo per Garcia (blindato da un contratto da 2,8 mln di euro fino al 2018).
Intanto si torna a parlare dei rapporti non idilliaci fra il tecnico e Sabatini. Al termine della scorsa stagione il ds punzecchiò Garcia per le sue parole sulla Juve irraggiungibile («Il tecnico ha sbagliato il saggio di fine anno») ma le divergenze fra i due si sono evidenziate anche in sede di mercato: dal centrale del Lille, Basa, richiesto l’anno scorso a gran voce dal tecnico e poi rimasto in Francia, al difensore slovacco Gyomber, fortemente voluto dal ds, e non inserito nella lista Champions. Senza contare il rilievo mosso dal tecnico, nel post Roma-Sassuolo, sulla condizione atletica dei calciatori meno utilizzati che ai più maligni è suonata come una stilettata nei confronti del preparatore di fiducia della società Norman.
PALLOTTA GARCIA
ancelotti carlo
Mai come in questo momento è atteso a Trigoria l’arrivo di Pallotta. Basterà per raddrizzare la Roma?
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