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RONALDO & VIERI, E ADESSO FERMATELI! “CI SIAMO FERMATI DA SOLI” – IL 'FENOMENO' E BOBONE REGALANO SPETTACOLO AL FESTIVAL DELLO SPORT – “CON NOI ALL’INTER A SAN SIRO LA GENTE DELL’INTER ERA PAZZA E INNAMORATA” – “CONTE? LOTTERÀ CON LA JUVE” – VIERI: “ERAVAMO DUE PRIMEDONNE: MA IL CAPO ERA LUI. ERA IL PIÙ FORTE” – POI PARLANO DEL 5 MAGGIO E DI CUPER. RONIE: "ANDAI VIA DALL' INTER PERCHÉ…”

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Giuseppe Nigro per la Gazzetta dello Sport

 

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Sono stati la coppia più bella del mondo. E ci dispiace per... loro, rimasti insieme così poco. Poteva essere una dinastia, è stata una grande storia, anche umana, rimasta incompiuta, quella all' Inter tra Ronaldo e Christian Vieri, due amici rimessi sullo stesso palco (con il brasiliano in video da San Paolo) nel clou della terza giornata del Festival dei fenomeni, di cui sono il manifesto: affiatati come fratelli, tra l' emozione dei ricordi e siparietti continui, anche con Urbano Cairo in prima fila all' Auditorium Santa Chiara di Trento. Vanno d' accordo, Bobo e Ronie, pure a mettere in fila i fenomeni di oggi: «Messi, Cristiano, Neymar».

 

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Ma il nastro si riavvolge di venti anni, triennio 1999-2002, ed è subito magia. «Con noi all' Inter c' era un' energia fuori di testa - ricorda Vieri -. Seimila tifosi agli allenamenti, lo stadio ribolliva nel riscaldamento: c' era voglia di vincere, la gente era pazza e innamorata».

 

Ronie va oltre: «Con l' arrivo di Bobo abbiamo dato alla gente la speranza di fare grandi cose. Anche quest' anno vedo entusiasmo e l' Inter gioca molto bene: spero che possa vincere qualcosa». Palla di nuovo a Vieri: «Oggi vedo una buona Inter, è cominciato un percorso con allenatore, dirigenti, giocatori nuovi. Ci vuole tempo, che in Italia non c' è, ma l' Inter ha un grande mister e lotterà fino alla fine: già questo renderà il campionato più divertente».

 

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«Sono andato all' Inter perché c' era Ronie - ricorda Bobo - Ma quando giocava lui mi facevo male io. Però è nata un' amicizia vera, difficile con due primedonne: ma io mi sono messo sotto, il capo era lui. Era il più forte». È un viaggio tra i ricordi, da quella volta che Vieri all' Atletico si fece promettere dal presidente una Ferrari in caso di tripletta (Ronaldo: «Io ero buono, a Moratti questo non l' ho mai fatto: chissà quante auto ho perso...»), e la fece all' esordio col Verona: «Ero stato comprato per 90 miliardi: minimo dovevo fare un gol all' esordio». Ne fece tre. «L' ultimo controllando con la spalla avrebbe avuto problemi con la Var? Se annullavano quel gol, Inzaghi ne avrebbe fatti 2 in carriera: tutti in fuorigioco!».

 

Non può essere Inter senza i giorni della sofferenza. Per Ronaldo il 12 aprile 2000, il k.o. al rientro dopo 5 mesi: «Cercavo di trattenere la rotula che andava in su. Un infortunio così non era ancora accaduto, ero al buio. Dopo tanto tempo, l' unica causa che riesco ad accettare è il modo in cui ci allenavamo. A me non serviva correre per chilometri, ma fare scatti da 20 metri: se lo dicevo sembrava che non mi volessi allenare».

Prima stilettata.

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Poi la lingua batte sul dente 5 maggio. «La peggiore mazzata mai avuta, per questa maglia ci siamo ammazzati - ricorda Vieri -. Dipendeva solo da noi, allo stadio 70mila tutti interisti, sembrava fatta, due volte in vantaggio: se in una partita così non tieni il risultato, giusto non vincere». Tocca a Ronaldo: «Non ricordo di aver pianto così per altre squadre. C' era grande attesa della nostra gente, dopo anni che vinceva la Juve, nella maniera in cui vinceva».

 

E sulla partita: «In settimana si era parlato troppo dell' acquisto di Nesta e l' abbiamo affrontata troppo tranquilli, credendo che fosse facile. Poi ci sono stati grossi errori individuali. E abbiamo sbagliato la formazione, con un centrocampista in più». Seconda stilettata. Si passa all' addio di Ronaldo dell' agosto 2002: «La città che mi amava mi odiava. La storia doveva finire in un' altra maniera.

 

Però ero stato messo da parte e dovevo andare avanti». Più specifico: «Non ce la facevo più a credere in Cuper: facevamo sauna insieme, mi diceva delle cose e poi ne faceva altre. La sorpresa è che il presidente ha scelto lui». Aggiunge Vieri: «Cuper era testardo, è voluto andare per forza allo scontro.Moratti ha sbagliato: manda via l' allenatore, non Ronie. Non puoi, punto. L' abbiamo aspettato due anni, lo vendi in quel momento? Allora dissi: vendete anche me, cosa resto a fare?». Caposaldo dell' epica nerazzurra, l' era Vieri-Ronaldo meritava un posto negli annali del calcio. Resta una grande storia. Ma col finale sbagliato.

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