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LINDA CARRARA vincitrice Premio terna ( pittura)
Eccoli i vincitori del Sesto Premio Terna, fino al 9 novembre nella frenetica artweek che turba l'aplomb di Torino: tutti in esposizione a Paratissima.
C'è il fotografo autodidatta Marco Piersanti che ha battuto con un'unica evocativa immagine "House Train", tutti i video (peraltro belli) degli altri concorrenti nella sezione Fotografia e Video Arte. C'è la trentenne artista di Bergamo Linda Carrara che ha rielaborato l'idea di pittura usando la luce e l'ombra come dispositivi di appropriazione di spazio.
C'è una ragazza iraniana di nascita italiana d'adozione,Sara Alavi, con un installazione poetica e politica "L'alba di una casa sparita": dove all'ombra di una casa dipinta su un muro fanno da contraltare le macerie sparse sul pavimento.
Marco Piersanti - vincitore Premio Terna ( fotografia)
Saranno famosi, ma intanto ecco le due o tre cose che sappiamo di loro e le immagini dei lavori precedenti:
Marco Piersanti è tra i più maturi concorrenti al premio. Nato nel 1975 a Piacenza inizia un percorso da autodidatta per poi specializzarsi invece in tecniche sperimentali che lo portano ad abbandonare la pittura e abbracciare la fotografia con cui compone una sua molto personale antologia di luoghi tra il realismo magico e la memoria spontanea e onirica.
Stazioni soprattutto binari, treni, linee direzionali verso il nulla o l'altrove. Un mondo fantastico che lui ricostruisce in una serie di immagini sovrapponendo digitalmente più scatti presi nei luoghi di partenza o di arrivo, ovunque ci sia una rotaia che porterà da qualche parte. O ci farà semplicimente immaginare il viaggio.
Sarah Alavi. Nata a Teheran cresciuta a Milano e allieva di Brera. Il lavoro di questa giovane donna ruota intorno all'identità e alla perdità di identità e di patria. Titoli come "fiori per una casa ferita", "Speranza" o "Il cielo di un altro giorno".
Opere dove ricorrono strappi, ombre, fragilità di uomini e cose. Fino a questa installazione in bilico fra la speranza e la paura che ha giustamente vinto il primo premio della sua sezione. Ecco come lei lo ha descritto :
“Gettare un sasso,lanciarlo in avanti (dal latino:Pro-iacere,progettare).La vita, l’arte, dipendono dal lancio; porti il braccio indietro,volgi lo sguardo al passato.Il futuro,dovrà avere la sua radice nel passato,coperto da macerie difficili da scavare.Il mio progetto nasce da un tentativo di comprendere il rapporto con una casa persa tra rovine di guerra e domande sulla propria identità.Tentativo di scavare sotto le macerie per trovare l’essenza.Pro-iacere l’essenza dalle macerie
Linda Carrara, bergamasca ma anche lei figlia di Milano e allieva di Brera, deve molto però al viaggio di formazione all'estero.
Fondamentale per lei fu Bruxelles dove ha vissuto fra il 2012 e il 2014. Al ritorno dall'esperienza belga lascia un inizio più figurativo per portare a Milano quaderni d'appunti, tele di grandi dimensioni, architetture asettiche, messe in scena di spazio fra il vero e l'illusorio. Immagini nordiche di luci e ombra.
“L’illusione necessaria all’azione spiega Linda Carrara - è come un passaggio da un ponte che collega ciò che immediatamente ci appare e che riusciamo a decodificare con qualcosa che rimane nel retro di un’impressione, di un’idea, intrappolato in uno spazio ‘illusorio’» .ù
O in quel che rimane della idea stessa di pittura.
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