DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
La complessità della Juve comincia a dimostrarsi. È la somma di due problemi, uno di qualità tecnica inferiore rispetto all'anno scorso perché adesso manca Ronaldo, Arthur è un buon regista di un centrocampo a tre, non entra mai in un raggio di campo che vada oltre i cinque metri, e anche oggi nel momento più caldo della partita sono entrati Frabotta e Vrioni, due ragazzi, anche bravi, ma che non portano differenza. Frabotta e Vrioni li hanno anche gli altri.
L'altro è un problema tattico: qualunque sia lo schema che Pirlo cerca, sta mancando la coerenza della squadra. Non c'è un sentimento comune, non c'è un'idea di gioco che sembri davvero condivisa. La Juve non gioca, si esibisce, è quasi dentro una piccola, continua accademia. Ha davvero spinto solo quando è entrato Kulusevski ma è stato un merito indotto dalla stanchezza del Verona che per più di un'ora aveva chiuso tutto lo spazio.
Manca la vecchia personalità della Juve, quel saper stare in campo che sa di vecchio, grande professionismo. Oggi si vedono idee improvvise come Bonucci a centrocampo a impostare davvero il gioco, pensieri un po' goliardici di un tecnico che scambia la diversità con la giustezza producendo confusione e alla fine meritandosi la sfortuna dell'ultimo quarto d'ora.
Ha avuto un grande impatto Kulusevski che sembra davvero l'uomo nuovo. È stato onesto Morata, non ho visto il resto. Non c'è l'autorevolezza della grande storia alle spalle. C'è una continua istruzione a soggetto, anche un po' gratuita, quasi vanesia. Il Napoli che ha nella pratica perso la partita mai giocata con la Juve, gli è già davanti di due punti. Perché sa dare forma a un gioco ordinato e perché ci crede. Gattuso è alla quarta vittoria consecutiva.
È col Milan la sorpresa più seria dell'autunno. È brutto vedere invece il gradimento dispettoso con cui vengono accolte sui social le sconfitte dell'Atalanta. L'Italia si inchinava all'evidenza di Gasperini, ma non lo amava, aspettava solo il momento giusto per dirglielo. Le favole alla lunga non piacciono, finisci per diventare tifoso del lupo. Ora tocca a Gasperini rispondere e ritrovare la strada in un campionato che resta aperto a tutti. Non è tardi per nessuno se si è già dimostrato di avere un gioco.
CRISTIANO RONALDO E PIRLOandrea pirlo foto mezzelani gmt 009benevento napoliverona juve
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