FLASH! - LA SCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSINA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI, CHE…
Enrico Currò per “la Repubblica”
Il nuovo orizzonte di Antonio Conte non è la panchina di un club, ma un altro anno di passione non soltanto sportiva, come è stato del resto il suo primo da commissario tecnico della Nazionale. E nel suo calendario personale l’anno comincia proprio oggi, 28 maggio 2015. Entro 365 giorni esatti, e possibilmente molto prima, confida infatti di essere stato prosciolto da ogni accusa legata al calcioscommesse.
Non vede vie di mezzo, per affrontare l’Europeo. Vuole arrivarci senza ombre e per questo chiede alla procura di Cremona di essere giudicato al più presto: una rapida archiviazione oppure un rinvio a giudizio con rito immediato. Non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi della prescrizione, con i suoi tempi lunghi e incerti e soprattutto con l’alone di ambiguità che la circonda.
ANTONIO CONTE BACIA IL SANTINO
In caso contrario la data di sabato 28 maggio 2016, alla vigilia del torneo che è in programma in Francia dal 10 giugno al 10 luglio, diventerebbe appunto quella delle sue dimissioni e la settimana successiva la squadra partirebbe per il ritiro francese senza di lui.
La linea scelta da Conte e dai suoi legali esclude dunque a priori qualunque accordo con un club per la prossima stagione. «Dal Milan alla Roma le panchine alle quali è stato accostato avranno un altro occupante. Lui sarà ancora ct per 12 mesi», è la puntualizzazione sul tema, nella speranza di spazzare via almeno per qualche giorno le voci di mercato.
Il clamoroso divorzio dalla Figc avverrebbe eventualmente soltanto alla fine di un’annata che il commissario tecnico sta già programmando col pensiero fisso dell’Europeo: dall’individuazione del ritiro, con l’opzione Montpellier da verificare, alla selezione di nuovi candidati per la lista dei 23 eletti, che inizierà lunedì sera a Coverciano, dove il redivivo El Shaarawy e un gruppo orfano degli juventini, impegnati nella preparazione della finale di Champions, prenderanno parte all’assaggio di stage strappato ai club – due giorni a fine campionato, meglio tardi che mai – prima del raduno dell’8 giugno in vista di Croazia-Italia del 12.
La fondamentale trasferta a Spalato per le qualificazioni a Euro 2016 e la successiva amichevole del 16 a Ginevra col Portogallo non saranno le ultime partite di Conte alla guida della Nazionale. L’idea che il braccio di ferro con la procura cremonese e col pm Di Martino possa trasformarsi in pretesto per abbandonare in anticipo la panchina azzurra viene respinta come una bassa insinuazione.
La questione è un’altra. Già convinto di essere stato colpito senza ragione dalla giustizia sportiva con 10 mesi di squalifica, poi ridotti a 4, per omessa denuncia da allenatore del Siena nel 2011 («anche le ultime dichiarazioni del capo degli zingari Ilievski smentiscono l’accusatore Carobbio», precisa l’avvocato Cammarata) e di essere stato ingiustamente associato per 4 anni al calcioscommesse, Conte rifiuta l’ipotesi stessa del rinvio a giudizio per un reato come la frode sportiva e di altri mesi nel vortice.
antonio conte vince lo scudetto con la juve
Lo racconta chi lavora quotidianamente al suo fianco. «Partiamo dal presupposto che non esistono basi e tanto meno prove per il processo penale: perché non c’è l’archiviazione? In ogni caso serve chiarezza rapidamente proprio per il ruolo di rilievo nazionale di Antonio, che rappresenta l’Italia: è interesse di tutti che la magistratura definisca presto la sua posizione. È anche una questione etica, lui non si chiama Mario Rossi. Conte crede nella giustizia e ha aspettato finora. Ma da quattro anni la sua immagine finisce ingiustamente in prima pagina, perché il suo nome fa titolo.
Non chiede certo l’immunità, né si sente un cittadino diverso dagli altri. Vuole semplicemente essere giudicato alla svelta. Va controcorrente, non gli interessa la prescrizione come ad altri personaggi. Non può più permettersi di aspettare: non può andare all’Europeo con questo peso sulle spalle.
ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO 3
Altrimenti sarebbe costretto a dimettersi, anche un’ora prima di partire per la Francia».
ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO - LA FIRMA SUL CONTRATTO
Gli scenari sono ancora tutti aperti, anche se l’azione civile, con una richiesta di danni d’immagine alla procura di Cremona, appare al momento il più lontano. «Io voglio uscire da questa storia come Dio comanda, a testa alta», ripete il ct ai suoi avvocati. L’anno di Conte comincia oggi.
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