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Giancarlo Dotto per Dagospia
Quattro belve là davanti che strappano forte. Al palo solo la Lazio che senza aquila e Olimpico, per quanto deserto, non ci sa stare. Se questo è l’andazzo, sangue chiama sangue, stiamo per salire su una giostra da brivido permanente. Fa rumore che tra le quattro non ci sia la Juventus. Bastonata anche da un Sassuolo che è sempre più l’opera perfetta di Di Francesco.
Allegri in confusione totale. Pessimo quando allena e disastroso quando parla. Sfrattato dal marsupio comodo di Conte e chiamato a modellare calcio si rivela una mezza tacca. Mi gioco casa che Agnelli rumina pensieri torridi.
Sempre più Roma e Napoli. Ma occhio alla Fiorentina. Higuain è oggi uno dei cinque più micidiali attaccanti al mondo. Quinta vittoria consecutiva della Roma. Quattro minuti e si è ripresa la testa con la finezza balistica di Pjanic su assistenza di Maicon. Il brasileiro folle ha la luna giusta e smania di urlare al mondo “io ci sono, bastardi!”.
Lo urla spaventevole a quello spicchio di mondo che sta in tribuna stampa. Udinese annichilita di suo o dalla Roma? Non lo sapremo mai. Il branco di Garcia comincia a crederci di brutto e sta rassodando nel suo universo labile la calma dei forti. Quello che serve alla vigilia di tre bestiali corpo a corpo, sabato a San Siro con l’Inter, mercoledì il Bayer per un dentro o fuori di Champions e a chiudere il derby con una Lazio da trattare con moltissima circospezione.
I luponi godono in questo momento di diverse onnipotenze calcistiche, Manolas, Florenzi, Pjanic, Gervinho, De Rossi e Salah su tutti. Altre stanno montando, Digne e Nainggolan. Keita e Totti stanno per tornare. Un paio di lapsus persistenti, il Dzeko che si arrampica su ogni specchio e muro, grande uomo squadra, ma non trova il gol di cui si alimenta.
La sera prima l’Inter aveva riproposto il suo calcio balbuziente ma baciato dallo stellone che quasi mai si scolla dalle natiche del Mancio. Ennesimo 1 a 0 che grida vendetta. A Bologna ne hanno le tasche piene del Masticatore Folle, alias Delio Rossi. Quanto mai saggia sarebbe, sarà, la scelta di Donadoni. In tempo per non dirsi dannati.
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