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SLOW FOOT - VIETATO CORRERE, ARRIVA ANCHE IN ITALIA IL CALCIO CAMMINATO RISERVATO AGLI OVER 50: “LA POTENZA NON SERVE, SI VINCE CON LA TECNICA” - IN INGHILTERRA HANNO GIA’ UNA FEDERAZIONE E PIÙ DI 200 SOCIETÀ

Elisabetta Fagnola per “la Stampa”

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«Arbitro a cosa servi? Qui non si fanno falli!», urla bonariamente un tifoso, mentre dietro la rete del campo di Novarello qualche ragazzo sghignazza: «Che giocano a fare, se manco riescono a correre?», commentano perplessi, vedendo una squadra così agée cimentarsi nel tempio del Novara calcio: velocità slow, capelli bianchi, divise d' ordinanza e agonismo a mille. Quel che non sanno è che questo è calcio camminato. Regola numero uno: vietato correre. Regola numero due: astenersi under 50.

 

In Inghilterra si chiama «Walking football»: da un sondaggio tra gli over 50 era emerso che il calcio restava lo sport preferito, a condizione di poterselo permettere per età e salute. Così è nato il calcio camminato: «In Inghilterra hanno una vera e propria federazione e più di 200 società», ricorda Tito De Rosa, presidente dell' Unione veterani dello sport di Novara.

CALCIO CAMMINATOCALCIO CAMMINATO

 

Maglia azzurra numero 10, tutore al ginocchio, trattiene a fatica l' istinto di correre: ha 76 anni e fresche nella memoria le partite di gioventù negli allievi del Novara Calcio. «Credo che siamo stati tra i primi in Italia a praticare questa disciplina costantemente - racconta -. Continuiamo a giocare anche se non abbiamo più 20 anni, ci divertiamo, ci manteniamo in forma e facciamo amicizia. E' un buon esercizio anche per chi deve fare riabilitazione e vorremmo avviare una collaborazione con l' ordine dei medici per promuovere questo sport».

 

WALKING FOOTBALL - CALCIO CAMMINATOWALKING FOOTBALL - CALCIO CAMMINATO

Non solo a Novara: il calcio camminato si sta diffondendo in tutta Italia, merito della Uisp, l' Unione italiana sport per tutti, che ha lanciato un progetto a livello nazionale. «Non passa giorno che non mi contattino da qualche parte d' Italia - racconta Alessandro Baldi, coordinatore della Lega calcio nazionale Uisp -. Abbiamo iniziato a promuovere questa disciplina nell' autunno 2015 e la scorsa primavera abbiamo lanciato a Firenze il progetto nazionale».

 

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L' hanno fatto con una partita simbolica: in campo anche il giornalista Gianni Mura e l' ex calciatore Eraldo Pecci, raccontati dalla voce di Bruno Pizzul. «La proposta è stata raccolta in fretta dai nostri comitati provinciali - racconta Baldi - e sono stati organizzati tornei e squadre: a Bologna e Reggio Calabria, a Milano e Firenze, in Umbria, Veneto, Piemonte».

 

«Lo sport per tutti» ha regole precise: l' unico limite d' età è aver compiuto 50 anni, correre viene fischiato come fallo, non ci sono passaggi sopra il metro e 20. Si gioca sei contro sei in due tempi da 15 o 20 minuti. Partecipano tutti, uomini e donne, podisti, ex calciatori che «hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro» e sognano di tirarle giù dal chiodo nonostante cuore e legamenti non siano più quelli di un tempo. E' un calcio che rallenta:

 

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«Sembra facile e a vedersi fa pure un po' ridere, quando cerchiamo di allungare le falcate per recuperare la palla, un po' come i marciatori nell' atletica», confida De Rosa. Scherzano sulle dentiere, i chili di troppo, gli allunghi mal riusciti, ma col pallone se la cavano bene: «Ridiamo anche noi, ma guardate che non è facile, bisogna provare - commenta -. Qui la potenza non c' entra, si vince con la tecnica e quella ce la ricordiamo ancora bene».

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