NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Giorgio viberti per la Stampa
Federica Pellegrini, che anno è stato per lei questo 2017?
«Molto bello. Nei 200 stile ho rivinto il Mondiale 6 anni dopo l' ultimo successo iridato in quella gara. Sono Strafelice».
Ci credeva, ci sperava, ci contava?
«Era un sogno, ma soltanto un matto avrebbe potuto pensare che avrei vinto. A me sarebbe bastata una medaglia. Invece è arrivata la gara perfetta, il sogno che si è avverato. Adesso ho fatto tutto e vinto tutto».
Eppure non si ritira, anzi rilancia. Si è concessa un' altra vita, senza i suoi 200 sl, dopo che in passato aveva già lasciato i 400.
«Ho avuto tanti momenti, molti alti e bassi. Ma la vita è sempre stata una sola, la mia».
Il momento più brutto? «La morte di Alberto Castagnetti, il mio allenatore, nel 2009 poco dopo i Mondiali di Roma, che per me furono fantastici. Mi ricordo ancora tutto di lui. Chissà come sarebbe stata la mia carriera se ci fosse stato ancora lui vicino a me».
Dopo Castagnetti lei cambiò molti tecnici, ma adesso Matteo Giunta sembra quello giusto.
Che cosa ha più degli altri?
«Non saprei. Magari è solo capitato al momento giusto perché intanto sono cresciuta e maturata. Insieme abbiamo fatto una scommessa. Matteo, da tecnico molto intelligente, sa calibrare bene i miei allenamenti, non mi fa mai annoiare, neanche in palestra, e mi sa dare stimoli sempre nuovi».
Allude alla prossima sfida nei 100 stile libero?
«I 200 restano la mia gara, ma non li farò più, ormai appartengono al passato. Solo se dovessero servire alla staffetta azzurra potrei ripensarci. La mia carriera è all' ennesima svolta. Non penso più solo ai risultati, ora voglio divertirmi. E i 100 stile libero sono perfetti».
Per lei Tokyo è un sogno olimpico per il 2020 o solo la capitale del Giappone?
«È un obiettivo personale, ma senza pensare al risultato, solo a divertirmi. Vorrei arrivare alla mia quinta Olimpiade, poi a 32 anni finalmente smetterò con il nuoto agonistico».
Magari per farsi una famiglia? A proposito, la storia con Magnini è davvero finita?
«Sì, la storia tra noi è chiusa. L' ha dichiarato anche Pippo».
Lei comunque ha avuto belle parole per Magnini quando è stato coinvolto nella recente inchiesta della Procura di Pesaro.
«Non stare più insieme non significa che adesso ci odiamo».
Filippo ha deciso di ritirarsi, lei invece continua. Che effetto le fa sfidare rivali che hanno poco più della metà dei suoi anni?
«Non è l' approccio migliore andare sui blocchi di partenza pensando che le avversarie sono molto più giovani di te o che magari qualcuna è anche sospettata di doping.
Però è persino divertente sentirsi quasi una zia delle più piccole».
Che cosa non rifarebbe nella sua lunga e gloriosa carriera?
«Alla fine è più facile giudicare, forse è stato un errore andar via dal tecnico francese Philippe Lucas prima dei Giochi di Londra 2012».
Lei ha stabilito 11 record mondiali e conquistato 5 titoli iridati, un oro e un argento olimpici. Corrisponde a uno di questi trionfi il più bel giorno della sua vita di atleta?
«Sì, ma non sono bene quale scegliere. L' oro olimpico di Pechino 2008 è stato il massimo, ma la fantastica settimana del Mondiale di Roma 2009 non potrò mai dimenticarla; sembrava di stare in uno stadio all' aperto, con tutti quei colori, quei suoni e tante bandiere italiane.... E poi quest' ultimo oro Mondiale di Budapest? È quello prima in vasca corta a Windsor, l' unico titolo che non avevo ancora vinto? Diciamo che ho vissuto un sacco di giorni più belli della mia vita».
Che cosa è stato decisivo nella sua straordinaria carriera?
«Sicuramente la mia determinazione. Ho la testa dura, altrimenti non ce l' avrei fatta a ripartire dopo la morte di Castagnetti o le delusioni ai Giochi di Londra e di Rio».
Tania Cagnotto, che la precede nell' Albo d' Oro del Premio Campione dell' Anno La Stampa, sta per diventare mamma. Lei proprio non ci pensa mai?
«Per adesso no, e poi visto com' è finita la storia con Pippo ci penso ancora meno. Forse un domani... Ma per adesso l' obiettivo è Tokyo 2020».
Anche il nuovo look con i capelli biondi fa parte della Federica-sprint lanciata verso la sua quinta Olimpiade?
«Era un po' di tempo che volevo farmeli così, mi piacciono molto ma non so quanto dureranno.
Finché non mi stufo, poi mi inventerò qualcos' altro».
Ma davvero non ha ancora pensato a cosa farà da grande?
«No, per ora non è un' urgenza. Nella mia vita ho cambiato tante cose e continuerò a farlo, senza paura. Vedrò sul momento. Certo, prima o poi dovrò imparare a fare qualcosa sul serio».
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