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LO STRANO CASO DI JANNIK SINNER, ITALIANO A SUA INSAPUTA - NON PAGA LE TASSE NEL NOSTRO PAESE E AL PAPA DICE: “IN FAMIGLIA PARLIAMO TEDESCO” - IL DIALOGO TRA IL NUMERO 1 DEL MONDO E IL PONTEFICE HA MOMENTI SURREALI. IL PAPA CONSTATA: “HAI VINTO”. IL TENNISTA REPLICA CON IL PLURALIA MAIESTATIS: “CI SIAMO RIUSCITI. ORA SIAMO IN GIOCO” - LE DELEGAZIONI POLITICHE DI 200 PAESI DOVRANNO INDUGIARE FINO A DOMENICA PER AVVICINARSI (E NON COSÌ TANTO) AL PAPA: SINNER E IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE TENNIS E PADEL ANGELO BINAGHI CI SONO RIUSCITI ADDIRITTURA PRIMA DEI CAPI DI STATO - VIDEO
Pope Leo XIV receives professional tennis player Jannik Sinner in the Vatican and asks for some sporting tips.
The audience took place in the rooms attached to the Vatican's Paul VI Hall, and the Pope also met with Mr. Sinner's family and the President of the Italian Tennis… pic.twitter.com/RoYTvivEyR
— Vatican News (@VaticanNews) May 14, 2025
Gabriele Romagnoli per la Repubblica - Estratti
jannik sinner incontra papa leone xiv
Mai scherzare con la realtà: poi succede. Da giorni Roma evoca l’avvento dei due papi: la guida della Chiesa e il numero uno del tennis, Leone XIV e Jannik Sinner. E ancora: il cavaliere bianco e il cavaliere nero (per gli indumenti indossati nelle recenti apparizioni). Il “papa tennista” e il tennista divino.
Ed ecco che la profezia si autoavvera e i due si incontrano, sul campo del primo, nelle stanze dietro l’aula Paolo VI, al cuore del Vaticano. È un frammento di cronaca che si fa storia: immagini che fino a pochissimo tempo fa non avremmo mai neppure sognato scorrono nei notiziari.
jannik sinner incontra papa leone xiv
Il tennista porge la mano, onorato; offre la racchetta in dono, simile alla sua non fosse per il colore; accenna la proposta di un palleggio sotto le altissime volte. Il papa accoglie, riceve, s’informa. Il dialogo ha momenti surreali. Il papa constata: «Hai vinto». Il tennista replica con il pluralia maiestatis:
«Ci siamo riusciti. Ora siamo in gioco ». Se esistesse soltanto la trascrizione si potrebbe invertire l’attribuzione. Anche quel: «Qui meglio di no… a Wimbledon mi lascerebbero », che è una battuta del papa sull’opportunità di uno scambio, potrebbe essere un vaticinio del tennista sulla sua prossima vittoria. A Londra, non a Roma.
Eppure la città eterna li reclama e li affianca, nei segni e nei disegni. Lunedì scorso nei cieli erano passate le Frecce Tricolori, dalla Città del Vaticano al Foro Italico in un simbolico tratto d’unione.
Sulle tribune è comparso un cartello: “Viva il papa americano e il tennis italiano”.
Leone XIV e Sinner sono la risposta a un desiderio, scaturito da una breve vacanza della sede e della sedia a bordo campo, che si è fatto prima speranza e ora aspettativa, perfino legittima, con le ore contate.
Domenica prossima ci sarà al mattino quel che un tempo si chiamava “intronizzazione”, la cerimonia d’inizio del pontificato, e al pomeriggio la finale degli Internazionali d’Italia. Consegna del pallio, titolo in palio; anello, coppa. Già ieri i trofei conquistati dalle squadre femminili e maschili, portati al cospetto del pontefice, mischiavano il richiamo tra insalatiera e acquasantiera.
I genitori altoatesini storditi dall’accesso a quel soglio (e il figlio che conferma per loro: «Sì noi parliamo tedesco»). Il presidente federale che tessera il rappresentante di Dio in terra e lui che benevolo s’interessa a tutto e a tutti.
Caro Totò, ’a livella non richiede più la morte per entrare in azione: basta la vita contemporanea. Si moltiplicheranno i meme (iniziati con la fumata arancione) e le pasquinate. Ci saranno collegamenti superstiziosi se oggi Sinner dovesse uscire: la realtà scherza con tutti noi e la sfera del dissacrabile è più piccola di una pallina da tennis.
C’è però qualcosa di profondo in quell’incontro. Riguarda in parte Sinner e, molto di più, Leone XIV. Per il tennista è un’elevazione che scavalca ogni attesa e precedente. Le delegazioni politiche di 200 Paesi dovranno indugiare fino a domenica per avvicinarsi (e non così tanto) al Papa.
Nell’agenda non figurano altri presidenti dopo quello della Federazione tennis e padel. La politica resta oltre Tevere, lo sport passa. A trainarlo è il giovane uomo che al momento è la principale eccellenza italiana (Brignone non ha la stessa popolarità, l’Inter deve ancora conquistarsi l’Europa).
Non è ironico suggerire che gli sia stata concessa un’indulgenza: Kyrgios avrà pur visto quello che lui considera un disonesto, benedetto da chi ha il potere di assolvere. La vita che non ti aspetti: un giorno incontri Francisco Cerundolo, quello dopo Robert Prevost. Ci vorrà molta freddezza per tornare sulla rossa terra.
sinner incontra papa leone XIV
Per il Papa è un ulteriore segnale delle sue inclinazioni e aperture, della disponibilità a scendere un gradino per abbracciare il mondo. Ci sono due matrici chiare: Giovanni Paolo II, che si era fatto costruire una piscina e andava a sciare, ma anche aveva convivi con gente comune, incrociata nella vita precedente, e Francesco con il suo smaccato gusto per l’imprevedibilità, il tuffo nell’umanità, l’intuito per l’interlocutore più ancora che per il colloquio. Leone XIV l’ha praticamente attirato a rete, Sinner, con la battuta sul “peccatore” (significato inglese del suo nome) con cui non potrebbe giocare.
milan bologna sinner
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Jannik Sinner
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