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I tatuaggi fanno ormai parte della nostra quotidianità . Ma il fenomeno dell'inchiostro su corpo ha origini antiche. Appartiene da sempre alla cultura polinesiana ed è stato ritrovato anche sulle mummie egizie.
E' una storia lunga 5000 anni che ora diventa una mostra dal titolo "Tatoueurs, Tatoués", visitabile fino al 18 ottobre presso il "Musée du Quai Branly" di Parigi.
I primi tatuaggi risalgono agli uomini e alle donne del neolitico. In occidente conobbero però la popolarità intorno al 1800, quando gli esploratori cominciarono a raccontare i bellissimi disegni che avevano visto su persone di altre terre. La moda attecchì nell'alta società vittoriana, al punto che la stessa Regina Vittoria se ne fece uno: un pitone che lottava contro una tigre del Bengala.
Più spesso però erano marchi inflitti a chi stava ai margini, carcerati o schiavi. Così funzionava il "Codice nero" di Cobert, usato dai francesi su criminali, colonizzati e prostitute.
Nelle culture orientali, africane e del Pacifico, i tatuaggi erano invece parte importante delle cerimonie religiose. Intorno al 1830 in Nord America, le persone tatuate erano messe nel circo dei fenomeni, insieme alle donne barbute, ai lanciatori di coltelli e ai mangiafuoco. La Cristianità condannava i tatuaggi, sia nel Levitico che nel Nuovo Testamento, ma molti pellegrini del medioevo li portavano.
Intorno al 1700 i tatuaggi divennero simbolo di ribellione e del libero pensiero. Li vollero sia membri dell'esercito che artisti bohemien. I marinai si tatuavano le terre attraverso cui avevano viaggiato: la tartaruga indicava l'equatore, l'ancora la traversata dell'Atlantico, il dragone significava che avevano raggiunto l'Oriente.
Dopo gli anni Quaranta si registrò un declino. Tornarono in voga nei Settanta, sbandierati dal movimento femminista, diventarono simbolo di bellezza negli anni Ottanta, conquistarono il loro status nei Novanta.
Nomade siberiano dei Nenet
In oriente i tatuaggi sono simbolo mistico e religioso
I tatuaggi ripresi dalle femministe nei Settanta
i tatuaggi furono popolari nel periodo vittoriano
Locandina Folies Bergere
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