DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Andrea Schianchi per gazzetta.it
Dopo la vergogna, a Sofia, arrivano i giorni della repressione.
I «buu» razzisti indirizzati ai giocatori dell' Inghilterra, allo stadio Levski, e i saluti nazisti di un folto gruppo di tifosi hanno fatto cadere le prime teste: si sono dimessi il presidente della Federcalcio bulgara Borislav Mihaylov e, ieri, anche il commissario tecnico Krasimir Balakov. Undici tifosi accusati di razzismo sono stati arrestati.
L' operazione di bonifica è fortemente voluta dal primo ministro Bojko Borisov. Il ministero degli Interni bulgaro ha precisato che l' accusa è di aver fatto il saluto nazista e imitato il verso delle scimmie per irridere i giocatori inglesi di colore. Fra i fermati anche un ragazzo di diciotto anni considerato un vero e proprio hooligan: rischia cinque anni di prigione. Per gli altri si sta studiando il divieto d' ingresso a vita negli stadi.
Se l' ex presidente Mihaylov ha ribadito ieri che «abbiamo fatto tutto quello che dovevamo per garantire la sicurezza durante la partita con l' Inghilterra. La Bulgaria non è un Paese razzista», il c.t. Balakov si era distinto, subito dopo la gara, per dichiarazioni inaccettabili. Aveva sostenuto di non aver sentito gli ululati e di non aver visto i saluti a mani tese, salvo poi correggere il tiro e chiedere scusa agli inglesi.
Ora toccherà al vicepresidente federale Yordan Lechkov individuare il sostituto di Balakov. A capo della Federazione è stato nominato ad interim Mikhail Kasabov. Sull' argomento del razzismo, definito una lotta prioritaria, è intervenuto il ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora: «Ne ho già parlato con la ministra Lamorgese e con lo stesso presidente della Federcalcio Gravina. C' è un investimento importante della Figc su nuovi strumenti tecnologici. Purtroppo è stata rallentata la sperimentazione perché ci sono protocolli su sicurezza e privacy che vanno condivisi con il ministero dell' Interno».
Anche la voce di Pep Guardiola si è fatta sentire: «Penso che la Uefa abbia fatto un passo avanti sospendendo la partita due volte. Bisogna lottare ogni giorno. I giocatori e l' allenatore non sono soli, tutti siamo coinvolti e qualsiasi cosa si decida, insieme possiamo farla.
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Da parte mia sarò sempre pronto a difendere i diritti umani».
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