perniola arte contemporanea

TRUFFE D’AVANGUARDIA - IL MERCATO CHIEDE FIRME NON OPERE: ORMAI SOLO I CRITICI, SEMPRE PIÙ MERCANTI, SI BEVONO L'ARTE CONTEMPORANEA

KOUNELLISKOUNELLIS

Alfonso Berardinelli per “il Foglio”

 

Essendomi imprudentemente occupato, quarant' anni fa, di nuovi poeti contemporanei, conosco da sempre gli effetti psichiatrici, più che culturali, della mentalità d' avanguardia. Qui l' accento va messo sul termine mentalità, essendo il concetto di avanguardia, dagli anni Trenta in poi, un morto tenuto in vita al solo scopo di darsi importanza ("se dico che sono un poeta, nessuno ha il diritto di negarlo").

 

MARIO PERNIOLAMARIO PERNIOLA

L' avanguardia è finita prima che iniziasse la Seconda guerra mondiale. La mentalità e la truffa d' avanguardia circolano invece tutt' ora e rendono asfissiante e infrequentabile il cosiddetto "mondo dell' arte".

 

Quando l' idea di arte come speciale abilità tecnica e qualità non comune del prodotto ha incontrato l' idea di uguaglianza e di democrazia, si è arrivati presto alle deduzioni ultime: tutti possono essere, tutti hanno il diritto di essere e quindi tutti sono artisti. L' arte non è più artefatto obiettivamente pregevole, ma è l' espressione di un soggetto, ogni soggetto che si esprima fa arte. Quanto valga, quanto interessi, cosa suggerisca, cosa gli altri ne ricavino, non importa. Se il giudizio di chiunque vale quanto il giudizio di chiunque altro, l' atto di giudicare si inflaziona e vale zero. In poesia, oggi e dagli anni Settanta, le cose stanno più o meno così e nessun critico, per quanto intellettualmente dotato e pubblicamente rispettato, ha avuto la capacità di individuare valori sufficientemente condivisi.

MARIO PERNIOLA COVERMARIO PERNIOLA COVER

 

Nel mondo delle arti visive, però, le cose vanno ancora peggio. Mentre la poesia non ha mercato, l' arte è solo mercato. Come risulta dalla descrizione che ne fa Mario Perniola nel suo ultimo libro "L' arte espansa" (Einaudi, 97 pp., 11 euro), il panorama è sia desolante che frastornante: "La bolla speculativa di quel 'mondo dell' arte' iniziato alla fine degli anni Cinquanta del Novecento e caratterizzato dalla solennizzazione culturale delle avanguardie storiche, e il cui nume tutelare fu Marcel Duchamp, è finalmente scoppiata.

KOUNELLIS, CANCELLO DELL\'ORTO DI S. CROCE IN GERUSALEMMEKOUNELLIS, CANCELLO DELL\'ORTO DI S. CROCE IN GERUSALEMME

 

Essa aveva creato un microambiente culturale" tenuto in vita da "tutta una serie di mode più o meno effimere che si presentavano sotto nomi provocatori preoccupandosi soltanto di mantenere sotto il controllo di pochi galleristi, collezionisti e mediatori rapaci, con la complicità delle istituzioni pubbliche, il diritto alla legittimazione e alla consacrazione di prodotti che solo nominalmente potevano essere definite 'opere d' arte', ma erano in realtà feticci artistici. La valorizzazione iperbolica di tali entità era stret tamente connessa con operazioni mediatiche che trasformavano gli artisti in divi dello spettacolo culturale".

 

 

I critici d' arte, pur adoperando ancora l' armamentario verbale e argomentativo della critica, non hanno avuto e non hanno altro ruolo che stabilire il prezzo di certe firme, non il valore di certe opere.

 

Alfonso BerardinelliAlfonso Berardinelli

Il mercato artistico non prevede opere ma firme. Non valori, ma prezzi. Non critici, ma pubblicitari e mercanti. Non fruitori, ma investitori. E' inutile chiedersi se Kounellis e Cattelan sono artisti e se quello che fanno è arte. Lo sono perché "nell' ambiente" si dice che lo siano e perché ci sono critici e istituzioni che lo hanno deciso perché (per sopravvivere) hanno bisogno di battezzare artista qualcuno. Consiglio a tutti la lettura del libro di Perniola.

 

CATTELAN WC D OROCATTELAN WC D ORO

Si imparano moltissime cose. E' molto documentato, ben argomentato e pieno di nomi. Si viene a sapere (magari in ritardo) come e perché la Saatchi Gallery di Londra è il contrario della Tate Gallery. Che cosa sono Post Human, Psychotic Realism, Neurotic Realism, Abject Art, Cyberpunk Art, la svolta "fringe" dell' arte, la "arture" come mescolanza di "écriture" e "peinture", il "mockumetary" o falso documentario.

 

VETTOR PISANIVETTOR PISANI

Si impara chi sono stati e cosa hanno fatto Zo d' Axa, Diego Perrone, Ed Atkins, Ragnar Kjartansson, Richard Serra, John De Andrea, Dieter Roth, Cindy Sherman, Carlos Ginzburg, Pippa Bacca, Gérard Wajkman, i fratelli Collyer, Vettor Pisani, Edward Kienholz, Walter Pichler, Betye Irene Saar e suo figlio Alison Saar, Frédéric Bruly Bouabré, Hilton Kramer e innumerevoli altri...

 

Si capisce perché tutto ciò che è "fringe" o marginale può diventare istituzionale, cioè che "il solo problema è quello di chi ha l' autorevolezza di legittimare e garantire come arte qualunque cosa". E poi chi potrà restaurare tutte queste non -opere qualunque? Chi ne avrà voglia, a cosa servirebbe, che senso potrebbe avere? L' arte va avanti così da decenni.

 

Condivido tutte le affermazioni di Perniola, ma a leggere la sua così vasta e varia documentazione mi gira la testa. Mi viene in mente quello che il figlio di sei anni dell' enologo sotto casa ha detto davanti a un quadro del vecchio Lucio Fontana: "Papà, ma questa è arte?". Se fosse un vino dovrebbe avere un sapore, un aroma, un gusto e un retrogusto, dolce sulla punta della lingua, amarognolo in fondo alla lingua.

PERNIOLA ARTE CONTEMPORANEAPERNIOLA ARTE CONTEMPORANEACATTELANCATTELANMario PerniolaMario Perniolajannis kounellisjannis kounellis

Dovrebbe essere bevibile. L' arte di oggi chi la beve? Solo i critici?