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TUTTI PAZZI PER “THE KING” BASQUIAT - AL MUDEC DI MILANO UNA MOSTRA CELEBRA IL “PICASSO NERO”, L’ARTISTA CONTEMPORANEO PIU’ VENDUTO DELL’ANNO - A MAGGIO “UNTITLED”, DIPINTO A MODENA, HA FATTO IL RECORD CON 57,3 MILIONI - A NOVEMBRE DA SOTHEBY’S ALL’ASTA LA TELA DI BASQUIAT CHE DAVID BOWIE ACQUISTÒ A LONDRA NEL 1985

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Paolo Manazza per “CorrierEconomia - Corriere della Sera”

 

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Black is black titola il saggio di Gianni Mercurio per la grande mostra di Jean-Michel Basquiat in arrivo al Mudec di Milano (dal 28 ottobre al 26 febbraio 2017). Forse sarebbe meglio dire Black is King black . Perché oltre ad avere «una pittura drammatica, alimentata dall' orgoglio del proprio essere nero», come scrive Mercurio, Basquiat oggi è diventato un Re. La corona lui se l' era già scelta come simbolo negli anni Ottanta. Il 2016 l' ha posata sul suo capo per incoronarlo artista dell' anno.

 

La classifica Artprice dei Top 500 Contemporary Artist colloca il «Picasso nero» in cima al podio con un fatturato annuale di 140 milioni di dollari (luglio 2015-giugno 2016). Di questi, 57.285.000 sono stati sborsati a maggio (Christie' s, New York) da Yusaku Maezawa, uomo d' affari giapponese che ha fondato la Contemporary Art Foundation e il più grande negozio online giapponese di moda Zozotown.

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Freni Il miliardario ha perso i freni inibitori davanti ad Untitled , dipinto nel 1982 da un giovane Basquiat ventiduenne. Un autoritratto in cui si rappresenta come un diavolo nero che emerge da un' esplosione di pittura gettata sulla tela alla maniera di Jackson Pollock. L' opera, che ha segnato il nuovo record d' asta, fu creata a Modena nei primi anni della sua breve e folgorante carriera. Basquiat nasce a Brooklyn nel 1960 da madre di origine portoricana e padre haitiano. Fin da piccolo manifesta interesse per l' arte e un singolare «talento per ficcarsi nei guai».

 

Aveva frequentato City as School un liceo pubblico alternativo di New York rivolto a studenti di talento con difficoltà a integrarsi. «Una scuola per coglioni», come la definiva il suo amico Al Diaz. Scrive Jeffrey Deitch, nel catalogo del Mudec, che «nel 1977, alla cerimonia di diploma dell' amico Diaz, Jean-Michel, riempì di crema da barba una scatola, salì di corsa sul palco e la rovesciò sulla testa del preside. Gli mancava un anno per diplomarsi, ma non tornò più.

 

Smise di frequentare City as School, ma la città di New York continuò a essere la sua scuola». Dal 1977 al 1979 dipinge con Al Diaz sui muri di Manhattan scrivendo frasi poetiche ed enigmatiche e firmandosi Samo.

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Nel 1980 partecipa alla prima collettiva, The Times Square Show , e l' anno successivo a New York New Wave , dove viene notato dai galleristi Annina Nosei, Bruno Bischofberger ed Emilio Mazzoli, presso il quale presenterà a Modena la sua prima personale. Non appena il successo lo porterà a essere uno dei più giovani artisti conosciuti in tutto il mondo, Basquiat viene trovato morto nel suo appartamento di New York causa un cocktail fatale di stupefacenti.

 

La sua carriera si interrompe nel 1988 a soli 27 anni. Ora, a fine mese apre, al Museo delle Culture di Milano, l' esposizione curata da Jeffrey Deitch, amico dell' artista, critico ed ex direttore del Moca di Los Angeles, e da Gianni Mercurio, curatore e saggista. Mercurio aveva già presentato l' antologica del 2006 alla Triennale di Milano, The Jean-Michel Basquiat Show .

 

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Rivalutazione La mostra del Mudec propone al pubblico meneghino oltre cento lavori che provengono principalmente dalla collezione di Yosef Mugrabi, il grande mercante d' arte che insieme ai suoi due figli ha realizzato una vastissima collezione privata. Secondo Artprice 100 dollari investiti nel 2000 su un' opera di Jean-Michel valgono ora 789, con una rivalutazione del 689 per cento. Ma non è facile trovare sue opere. Ci era riuscito David Bowie che nel 1995 acquistò a Londra Air Power una grande tela del 1984 pagandola 78.500 sterline e che il prossimo 10 novembre Sotheby' s a Londra offre con una stima tra 2,5 e 3,5 milioni.

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La mostra meneghina di Jean-Michel Basquiat è imperdibile. Copre la sua produzione artistica dal 1980 al 1987. Le opere sono caratterizzate dall' uso di materiali poveri e da un segno grafico inconfondibile, pieno di rabbia. Una violenza magistralmente sublimata in una pittura così bella da togliere il fiato.