DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Gianluca Piacentini per il “Corriere della Sera - ed. Roma”
Il nemico del mio nemico è mio amico. Devono aver pensato più o meno questo i dirigenti del Bodo Glimt e della Lazio, in vista del match di ritorno dei quarti di finale di Conference League, giovedì sera all'Olimpico tra la Roma e la formazione norvegese (risultato dell'andata: 2-1).
Il Bodo è arrivato ieri nella Capitale, in largo anticipo per preparare al meglio il match, prendere confidenza con la città e abituarsi al campo di gioco in erba naturale, molto diverso dal loro sintetico che tante polemiche ha scatenato all'andata.
Mercoledì il Bodo, che alloggia in un hotel a due passi da Villa Pamphilj con vista su San Pietro e che ha al seguito un servizio di sicurezza privata, perché si teme che qualcuno possa disturbare la loro tranquillità, svolgerà l'allenamento di rifinitura sul terreno dell'Olimpico ma oggi, e qui entra in gioco la Lazio, si allenerà nel centro sportivo di Formello, gentilmente messo a disposizione dal presidente Claudio Lotito, che magari sogna di partecipare, seppure indirettamente, ad un possibile sgambetto nei confronti dei giallorossi.
Di sicuro ci si sta avvicinando alla partita in un clima di grande tensione: le polemiche della partita di andata hanno lasciato delle scorie e portato al «fermo precauzionale» del tecnico Kjetil Knutsen, stoppato cautelativamente dalla Uefa insieme al preparatore dei portieri giallorosso Nuno Santos dopo lo scontro a fine gara. Knutsen non sarà in panchina e non incrocerà Mourinho. Lo ha annunciato l'organo di controllo, etica e disciplina della UEFA, in attesa della decisione definitiva.
Una punizione che ha colto di sorpresa la società norvegese. «Siamo scioccati dalla decisione della UEFA - le parole affidate a Twitter -. Faremo ricorso e ci lavoreremo per tutta la serata».
Prima della partenza Knutsen, che ha portato tutta la rosa, compresi i giocatori non al 100% come Pellegrino, aveva detto di essere «una roccia e di non avere problemi ad incontrare Nuno Santos e Mourinho», sottolineando però alcune differenze. «Loro sono disposti a fare qualunque cosa per ottenere risultati. Il modo di lavorare è così lontano da ciò che rappresento come leader».
Knutsen troverà comunque uno stadio pieno, pronto a far sentire la sua voce. La società giallorossa ieri ha dato l'ufficialità del tutto esaurito dell'Olimpico per i posti riservati ai tifosi romanisti. Quelli norvegesi saranno invece 1600. È il prima «sold out» da quando la capienza è stata riportata al 100%. Domenica contro la Salernitana ci è mancato poco: i tifosi presenti erano 64.266.
Così tanti da lasciare anche José Mourinho a bocca aperta. «È incredibile - le parole del tecnico portoghese - sapere che giovedì lo stadio sarà pieno anche se noi non stiamo giocando per lo scudetto. I giocatori devono sentire più responsabilità nei confronti dei nostri tifosi, che sono fantastici».
È proprio questo amore incondizionato da parte dei tifosi, questo sostegno costante, che ha fatto scattare qualcosa nella testa dei calciatori. Non può essere un caso che la Roma in questa stagione abbia ribaltato o recuperato tanti risultati sfavorevoli nei minuti finali e la gara con la Salernitana è solo l'ultimo esempio. Anche contro il Bodo servirà una rimonta, ma con 90 minuti (o più, visto che con una vittoria con un gol di scarto si andrebbe ai supplementari) a disposizione.
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