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Alain Elkann per La Stampa
Urs Fischer lavora in un enorme studio a Brooklyn, non lontano dal ponte. L’incredibile colpo d’occhio sulla città, i suoi ponti e i suoi grattacieli, deve ispirarlo molto. ?
Vive a New York da 18 anni, si considera un artista svizzero??
«Fin da adolescente mi è sempre piaciuta l’idea di America. Ho cercato di vivere a Berlino, Amsterdam e Londra, ma mi sentivo un immigrato: non diventerai mai “uno di loro”. Qui la società è più aperta, non ti senti straniero».?
Perché ha lasciato la Svizzera??
«E’ molto bella e molto piccola. Lì ho la mia famiglia, i vecchi amici, i ricordi. Conosco le leggi e so come suona il campanaccio di una mucca. Mi piace la gente, non la cultura. La Svizzera è un paese senza nobiltà, non c’è mai stata una corte, un sistema di Accademie, c’è una mentalità contadina. C’è ristrettezza di vedute e non si coltivano grandi idee; la bellezza non è parte del sistema. Naturalmente ci sono artisti come Holder, Valadon e Tinguely, ma non ci sono città con bellissimi viali».?
Ma ci sono molte importanti collezioni d’arte private??
«Sì. La ricca borghesia ha creato castelli e collezioni. Ho un sacco di collezionisti lì, ma non ho fatto neanche una mostra in 7 anni. Invece ho avuto 5 mostre a New York nel 2014».?
Perché è diventato un artista??
«Decidendo di non voler essere molte altre cose. Volevo essere libero. Anche se si tratta di un’illusione, almeno ci si sente liberi. Naturalmente mi piaceva l’arte, e la mia non era una ribellione contro i miei genitori».?
Da quando ha lasciato la Svizzera il suo lavoro è cambiato??
«Spero bene! Si dovrebbe rimanere aperti a nuove influenze nella vita. Io non vado in una direzione, e sei limitato solo da te stesso nella tua opera».?
Questo significa che per un artista non ci sono regole??
«L’arte è piena di regole, la gente è sempre pronta a giudicare: se uno scrittore di romanzi seri scrive libri per bambini non è più considerato serio. Se sei Kafka non ti è permesso di scrivere Harry Potter. Pensi a Christo: non molti lavori, sempre più grandi, fatti per il pubblico. E’ stato molto svalutato, eppure è un ottimo scultore; è solo che è molto popolare. Oppure pensi a Dalí, sottovalutato perché frequentava le feste. Un altro buon esempio è Turner. Non è stato accettato quando si è dedicato all’interiorità».?
L’arte è difficilmente riconosciuta dai contemporanei??
«Sì, sicuramente: ciò che si tenta di condividere è una sincronizzazione. Le opere d’arte altrui nutrono la propria energia personale. Non si fa uscire un’opera dal nulla. Picasso è un buon esempio: ha cambiato luoghi e donne per trovare nuove energie»?
Chi non le piace??
«Non sono mai entrato in sintonia con Chagall. Un altro che non mi piace è Kandinsky».?
Le piace Giambologna??
«Mi piace, ma preferisco Bernini. Ha fatto cose incredibili, meravigliose».?
Lei studia molto??
«Amo l’arte. Se un artista non ama l’arte che fa? C’è così tanta grande arte. Frequento le gallerie e i musei per vedere cose vecchie e nuove. Ho migliaia di appunti, ma non li guardo mai. Sono utili mentre li prendi».?
URS FISCHER RATTO DELLE SABINE
L’influenza di Internet??
«Non va bene per l’arte: se cerchi Medardo Rosso su Internet ci sono un sacco di cose che non si vedono! Naturalmente non sono contro la tecnologia, mi piace, e per avere un certo controllo sul mio lavoro mi sono anche fatto il mio sito web».?
E i critici??
«Non leggo i critici. Non mi interessa. Credo che la critica sia un po’ passé, un’opinione dovrebbe essere costruita con grande impegno e non ne vedo molto. La critica è pigra.».?
Il ruolo di curatori e rivenditori??
«Credo nella sinergia. Il curatore ha un ruolo importante. Ogni rivenditore ha diverse qualità. Io sono il mio capo ormai e ho molti mercanti. Dipende da chi va meglio per quel particolare lavoro. Consiglio tutti gli artisti di essere indipendenti per la stessa ragione per cui uno se ne va dalla casa dei genitori».?
Lei si considera indipendente??
«Non mi vendo. Mai. Non mi piace. Non m’ interessa, non voglio affrontare il lato affaristico. Un sacco di mercanti e collezionisti sono uomini d’affari. Vedo il lato più bello delle persone che collezionano e lascio gli affari a chi vende».?
È un periodo vivace per l’arte??
«Un grande periodo, non dogmatico e più difficile da leggere se si applicano vecchi modelli: ci sono molte novità, non più qualità rispetto al passato».?
Traduzione di Carla Reschia
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