DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Luca Valdiserri per il Corriere della Sera
Il «Respect» che resterà per sempre nella storia è quello di Aretha Franklin, ma anche quello urlato da José Mourinho contro i giornalisti, nella conferenza stampa al termine di Manchester United-Tottenham 0-3, è stato una grande performance.
Con Mou non c' è mai via di mezzo e la sua sfuriata diventa il simbolo di una situazione che noi italiani conosciamo bene: la tensione insopportabile che accompagna la vita di un allenatore. Il problema è che prima arrivava dopo qualche settimana e adesso, invece, parte insieme al campionato.
Non consolerà Mourinho, ma in serie A siamo già alle «storie tese» per Luciano Spalletti (avvelenato contro i cronisti cattivi che avevano eletto l' Inter come anti-Juve), Eusebio Di Francesco (operato ieri per la frattura del quinto metacarpo della mano sinistra: durante il secondo tempo della partita contro l' Atalanta ha sfogato la sua rabbia tirando un pugno al vetro della panchina), Simone Inzaghi (lavata di capo via telefono da parte del presidente Lotito, intercettata e subito girata sui social) e Rino Gattuso (sconfitta a Napoli da 2-0 a 2-3, problema Donnarumma ormai sotto gli occhi di tutti e impatto minimal di Bakayoko: «Non ha ancora assimilato la nostra idea di centrocampo»).
Problemini che possono in fretta diventare problemoni e, in questo senso, Mourinho è già due piste davanti a tutti. La sua «tirata» dopo la sconfitta casalinga contro il Tottenham è già diventata virale e testimonia il momento più basso della sua carriera. José Mourinho si è presentato davanti ai microfoni già visibilmente irritato. Come al solito, per non doversi difendere dalle due sconfitte in tre giornate di Premier, Mou ha attaccato: «Contro il Siviglia, nella stagione scorsa, abbiamo perso giocando male e siamo usciti tra i fischi meritati. Questa volta, invece, ci hanno applaudito. Il risultato è 3-0, ma tre sono anche le Premier League che ho vinto. Ne ho conquistate più io da solo che tutti gli altri 19 tecnici messi insieme: 3 contro 2. Rispetto, rispetto, rispetto».
I tabloid parlano già di rischio esonero, anche se il tecnico portoghese ha recentemente allungato il suo contratto fino al 2020. Molti hanno analizzato il lungo applauso che Mou ha dedicato ai tifosi dell' Old Trafford prima dell' uscita dal campo, contraccambiato dagli spalti.
Era un saluto o un addio?
Il problema è che, quando le cose vanno male, c' è sempre bisogno di un capro espiatorio. Sulla graticola, assieme a Mourinho, c' è Ed Woodward, amministratore delegato dello United, con cui The Special One non ha mai avuto un buon rapporto. Secondo il Mirror, anche per salvare se stesso, Woodward starebbe pensando di esonerare Mou. Tra le accuse, i cattivi rapporti con una parte dei giocatori, a partire da Paul Pogba, che non ha fatto mistero di voler andare al Barcellona.
Zidane e Conte i nomi dei possibili sostituti. Una fretta indiavolata? Sicuro, ma c' è anche il timore che qualcuno piombi prima sui due allenatori top - il terzo è Arsene Wenger - che sono attualmente senza panchina.
«Bisogna stare più calmi», ha detto ieri Di Francesco all' uscita dalla clinica Villa Stuart. Parlava di se stesso, ma il discorso vale anche per un calcio sempre più impaziente.
Venerdì sera, nell' anticipo degli anticipi, Milan e Roma giocheranno già una partita ad altissima tensione. Di sicuro non ci sarà Alessandro Florenzi: l' infortunio al ginocchio sinistro non è grave, ma non è il caso di correre rischi.
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