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PAOLO LORENZI per il Corriere della Sera
Maverick Vinales si lancia dalla moto
Non è un acrobata e nemmeno uno stuntman pagato per rischiare la vita. Maverick Viñales è però un pilota che sa cosa comporta correre a velocità proibitive. Istinto e riflessi sono il suo paracadute contri gli incerti del mestiere.
Domenica in Austria ha prosciugato tutto il sangue freddo che aveva, ma buttarsi da una moto ingovernabile a 220 orari resta un'impresa. Se c'è un segreto, è un mistero per la gente comune. I piloti di oggi sono atleti perfetti, preparati fisicamente e reattivi come pochi.
Maverick Vinales si lancia dalla moto
Cadere fa parte del gioco, ragionare in frazioni di secondo è un talento affinato dall'esperienza. A suon di scivolate imparano a restare calmi anche nei frangenti peggiori. Marquez, per esempio, è un maestro dei recuperi impossibili. Non gli è riuscito a Jerez un mese fa, ma in altre occasioni ha evitato il peggio sfoderando l'agilità di un gatto.
Perché i professionisti delle due ruote conoscono il pericolo e sono preparati ad affrontarlo. «Io, comunque, non l'avrei fatto» ha ammesso con ammirazione Giacomo Agostini, il re del motociclismo di un tempo, quando la velocità era inversamente proporzionale al rischio. Forse si correva di meno, ma in circuiti più pericolosi e l'eventualità di lasciarci la pelle era infinitamente più alta.
«Restare senza freni è una delle paure più grandi. Maverick è stato bravo e lesto» ha detto Valentino Rossi che in Austria ha patito gli stessi problemi. Nessuno usa la parola fortuna. «In quei momenti non pensi a nulla - ha spiegato lo spagnolo con la naturalezza di chi racconta un fatto qualsiasi -. È puro istinto».
La scena rivista mille volte, però, fa sempre impressione. La Yamaha lanciata in pieno rettilineo, lui che prova a frenare e in un attimo intuisce il pericolo, mentre le barriere gli corrono incontro. Il pilota che si butta giù, la moto che prosegue fino a schiantarsi in una nuvola di fumo, le fiamme che lambiscono i detriti. Solo un pilota può comprendere l'essenza del suo gesto. «Maverick è stato un grande, è caduto in un punto tosto, ma credo che tutti avrebbero fatto lo stesso.
Può capitare, lo sappiamo» ha raccontato il giorno dopo la sua prima vittoria in Moto 2 Marco Bezzecchi, l'altro eroe, insieme a Celestino Vietti vincitore in Moto3, di una domenica memorabile. «Un episodio simile mi era successo nei test invernali a Jerez. In quarta piena, alla curva numero 5, non ho sentito più i freni e mi sono lanciato». In quel punto c'era un po' d'erba, gli è andata bene.
«La competizione ha raggiunto livelli altissimi e bisogna curare ogni dettaglio - continua il romagnolo -. In gara devi sempre mantenere la calma, se ti fai prendere dalla foga sbagli». Ogni scivolata aiuta a crescere.
«L'esperienza non si compra» aggiunge. Soprattutto, dicono gli interessati, quando capita di cadere bisogna risalire subito in sella. Abbassare la visiera e lasciare a casa i dubbi. L'istinto è importante, ma se il raziocinio dovesse farsi largo, diventerebbero uguali a tutti gli altri.
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