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FORMULA FAR WEST – SPORTELLATE, TAMPONAMENTI E VIRTUAL SAFETY CAR: LA BATTAGLIA D’ARABIA LA VINCE HAMILTON CHE AGGANCIA IN CLASSIFICA VERSTAPPEN. SI DECIDE TUTTO AD ABU DHABI - LEWIS E’ STATO PIU’ TENACE E LUCIDO DI MAX MA I DUE FENOMENI MERITEREBBERO ALTRE PISTE E ALTRE REGOLE – L’ALLUCINANTE SCAMBIO TRA MICHAEL MASI, L'ARBITRO DELLA F1, E IL MURETTO RED BULL DOPO IL SECONDO STOP – VIDEO
The big talking point from Jeddah ?#SaudiArabianGP ?? #F1 pic.twitter.com/bkWWqlcbyO
— Formula 1 (@F1) December 5, 2021
GIORGIO TERRUZZI per il Corriere della Sera
È stupefacente la tenuta nervosa dei due piloti impegnati in questo testa a testa memorabile. Messo a dura prova, in primo luogo, dalla decisione di omologare una pista assurda, pericolosa, inadatta a una sfida iridata, piazzata nella fase cruciale del campionato. Strettoie da collisioni certe e muri ovunque, pur di fare lo show sul lungomare, alla faccia degli spazi offerti dal deserto arabo.
Il resto è arrivato di conseguenza; una gestione allucinante che ha falsato l'intera corsa, lasciando sull'asfalto dubbi e polemiche mortificanti proprio pensando alla qualità della sfida sportiva. Vinta in pista da Hamilton, più tenace e lucido di Verstappen se valutiamo l'intero weekend. Max: l'errore in qualifica, una scelta tattica errata prima di quella assurda bandiera rossa che l'ha di fatto cancellata, seguita da gomme inadatte. Per non parlare della decisione di cedere la posizione ad Hamilton cercando, due volte, di sfruttare immediatamente l'ala spalancata sulla retta.
Il tutto compensato, va detto, da uno scatto al terzo start fenomenale. Il fatto è che risulta difficile decifrare le fasi più intense dell'antagonismo, inserite in un tale guazzabuglio di strafalcioni regolamentari, con pezzi di vetture incidentate sparsi lungo un tracciato che obbligano alla virtual safety car ogni tre per due.
Viene da chiedersi, ben sapendo quanto incida il denaro nelle politiche di questo circo, come mai nessuno tra Federazione e associazione piloti sia intervenuto sulla decisione di correre su un tracciato del genere. Ma ciò che ha svelato la natura della relazione tra direzione gare e team l'ha fornita lo scambio tra Michael Masi, l'arbitro della F1, e il muretto Red Bull dopo il secondo stop. Quando non è stata comunicata una decisione ma un'«offerta». Farei così, che ne dite ragazzi? Il tono indica uno stile, che è quello di chi predilige la collusione. Il che la dice lunga sulla modalità che ha fissato o negato sanzioni nella stagione. Forse su intere epoche. Sprovviste, a differenza di questa, di comunicazioni audio alla portata di tutti.
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