Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”
frame del video che riprende il killer di pescara
Giovane, tatuato, cadenza napoletana. È entrato all'ospedale Santo Spirito e ha chiesto di lui: Luca Cavallito, l'ex calciatore ferito gravemente lunedì scorso nell'agguato al bar del Parco di Pescara dove è stato ucciso l'architetto Walter Albi. É successo martedì scorso, il giorno dopo la tragica sparatoria, mentre Cavallito, ancora ricoverato in rianimazione, era sottoposto a un intervento chirurgico per l'estrazione di un proiettile (è stato raggiunto da più colpi).
Nel giallo che inquieta Pescara spunta dunque mister X. «So che quest'uomo ha detto alla signora della reception di essere un amico di Cavallito - racconta il sindaco di Pescara, Carlo Masci - Lei si è insospettita e ha chiamato il posto di polizia dell'ospedale. Ma quando sono arrivati gli agenti l'uomo non c'era più».
Naturalmente, potrebbe davvero trattarsi di un amico. Ma vista la delicatezza del caso gli inquirenti hanno chiesto le immagini delle telecamere di sicurezza dell'ospedale per cercare di identificare il misterioso soggetto. «Abbiamo dato alla Questura tutto quello che ci è stato chiesto - conferma il direttore generale dell'Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi -. Stiamo collaborando con loro anche per ragioni organizzative, si tratta di un caso molto particolare che richiede una speciale attenzione».
PESCARA SCENA AGGUATO
I video dell'ospedale sono ora al vaglio della Scientifica, come pure quelli della zona del bar teatro del delitto e, soprattutto, quello della sparatoria. Viene escluso che l'uomo dell'ospedale possa essere il killer: «Le sembra possibile che un assassino che ha agito totalmente coperto possa presentarsi il giorno dopo a volto scoperto in ospedale a chiedere del ferito a cui ha sparato il giorno prima?», taglia corto l'investigatore. E se fosse un'altra persona legata al mandante? «Bah».
omicidio agguato pescara
Cavallito sembra comunque essere centrale rispetto al movente del delitto. Il ferimento è forse il vero errore del killer che probabilmente pensava di averlo ucciso e si è preoccupato di prendere il suo telefonino dal tavolo del bar prima di darsi alla fuga. Mentre ha lasciato a terra quello di Albi. Perché uno sì e l'altro no? Una casualità? O lì dentro ci poteva essere qualcosa di scomodo? Viste le immagini della sparatoria, dove Albi e Cavallito erano seduti allo stesso lato del tavolo, è possibile che aspettassero qualcuno con il quale l'ex calciatore era in contatto.
OMICIDIO A PESCARA - WALTER ALBI E LUCA CAVALLITO
Nel frattempo gli agenti della Scientifica analizzano l'altro cellulare, quello di Albi, mentre accertamenti balistici sono in corso sugli otto bossoli recuperati per capire se la calibro 9 usata ha sparato in altri crimini. Infine, il parzialissimo identikit del killer, tratteggiato sulla base del filmato che riprende il delitto: altezza un metro e settanta, corporatura robusta. «La pista? Tutte», glissano gli inquirenti. Criminalità organizzata, affari, progetti immobiliari, passione, anche un debito insoluto di Cavallito. Lui potrebbe chiarire molte cose.
AGGUATO PESCARA PESCARA - OMICIDIO DI WALTER ALBI AGGUARO PESCARA 2